La radicalizzazione jihadista in Italia

Il primo settembre la presidenza del consiglio dei ministri ha insediato una commissione sulla radicalizzazione jihadista in Italia, di cui fa parte il prof. Stefano Allievi, editorialista del nostro giornale. Gli abbiamo chiesto una riflessione sul suo ruolo e il fenomeno che deve analizzare. Continua a leggere

Allarme islam e bambini kamikaze: forse stiamo un po' esagerando…

Durante le vacanze estive, nel Chianti, ho assistito alle attività ludiche di alcuni bambini in un parco giochi attrezzato di un paesino di poche migliaia di abitanti. Nell’atto di prepararsi alla conquista della preziosa postazione di un cavallino a molla, a spese di un altro bambino, un ragazzino ha lanciato il fatidico grido: “Allahu Akbar!”, cacciando il più piccolo dalla sua cavalcatura. Erano tutti italianissimi. Continua a leggere

"il Giornale" mi ama: un esempio di giornalismo etico…

All’inizio non ho diffuso questo post sui miei account: il suo oggetto non lo merita. Mi sono limitato a inserirlo sul sito a futura memoria, nascondendolo discretamente, con una data di un mese precedente al fatto per non dargli pubblicità sulla home page. Oggi lo ricolloco al suo posto, in ordine cronologico. Aggiungendo una postilla.
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Terremoto: quando l'obiettivo è il bene comune

E’ il Veneto della solidarietà che si è mosso, con grande prontezza, fin dalle prime ore della mattinata di ieri, per portare aiuti alle popolazioni terremotate, attraverso la protezione civile, i vigili del fuoco, le unità cinofile, i carabinieri, medici e infermieri, e altri volontari. E’ il Veneto dell’apertura – non solo dei cuori – quello che da subito ha dato disponibilità ad ospitare nelle sue strutture sanitarie i feriti a causa del sisma, e ad aiutarli nel concreto, rapidamente. Per una volta, riconosciuto e ringraziato come tale anche dal governo centrale. Continua a leggere

Sul burqini: significato di una polemica

La questione potrebbe essere rubricata tra le polemiche estive, per definizione inutili e vacue, se non fosse per le importanti questioni di principio che implica. Parliamo del cosiddetto burqini, un abito da bagno che alcune donne musulmane indossano al mare o in piscina, e che in alcune località francesi – speriamo senza solerti imitatori nostrani – comincia a essere vietato qua e là. Continua a leggere

Le parole del Nordest: esperienza

Esperienza. Cominciamo dalla definizione di un celebre dizionario etimologico: “conoscenza e pratica delle cose acquistata per prove fattene da noi stessi o per averle vedute fare da altri; conoscenza del mondo, della vita”. Continua a leggere

Veneto: crisi delle elites, sogni di indipendenza e bene comune

Il “J’accuse” di Maria Cristina Piovesana, presidente di Unindustria Treviso, contro la classe dirigente che non c’è, e il “Veneto da bere” – e il dibattito che ne è seguito – ha il merito di far riparlare delle responsabilità di una elite che è tale solo di nome e non di fatto. E’ giusto. E’ sacrosanto. Ma non basta. Continua a leggere

Musulmani in chiesa: le conseguenze di un gesto

La presenza di esponenti musulmani alla messa domenicale in molte località italiane, incluse molte chiese venete e del Nordest, per esprimere solidarietà e vicinanza ai cattolici dopo l’assassinio di padre Jacques Hamel, ucciso nella sua chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, è un simbolo potente, che può avere conseguenze significative sul rapporto tra musulmani e non musulmani (non solo cattolici) nel nostro paese. Continua a leggere

Come il terrorismo ci cambia la vita

Negli ultimi dieci giorni ho preso sei aerei su tratte internazionali, tra l’Europa e il Canada. E credo di aver pensato la stessa cosa di molti altri viaggiatori, dopo che gli aeroporti sono diventati obiettivi privilegiati del terrore, da Bruxelles a Istanbul. Un pensiero che sta tra la preoccupazione che accada qualcosa, il guardarsi attorno con maggiore attenzione, e il sollievo perché nulla è successo, alla fine del viaggio. Continua a leggere

Come cambiano (o dovrebbero cambiare) le botteghe del Nordest

La parola è antica: dal greco apotheke (che voleva dire granaio, magazzino), come anche boutique, che fa più chic perché è in francese. Ma è parola di lunga tradizione e valore: bottega poteva essere il laboratorio di un calzolaio, ma anche, per tutto il Medioevo e il Rinascimento, la bottega di un artista, di un Giotto, per esempio, dove imparavano il mestiere anche i futuri talenti, che andavano, appunto, a bottega da chi ne sapeva più di loro. Il significato è ancora presente: non solo nella nostra storia, ma nella nostra vita. Il nome in fondo ci è ancora familiare, nonostante ce ne siano, in senso proprio, sempre meno. Continua a leggere