Tutto quello che non vi hanno mai detto sull'immigrazione

Tutto quello che non vi hanno mai detto sull’immigrazione (con G. Dalla Zuanna), Roma, Laterza, 2016

Copertina del libro "Tutto quello che non vi hanno detto sull'immigrazione"

Copertina del libro "Tutto quello che non vi hanno detto sull'immigrazione"

Un quadro aggiornatissimo sui flussi migratori e sul loro contributo reale allo sviluppo economico, culturale e sociale del paese. Senza eludere nessuno dei temi scottanti degli ultimi mesi: l’aumento eponenziale dei richiedenti asilo, l’impatto della crisi sulle migrazioni, il contributo degli stranieri all’economia italiana, i problemi di criminalità, l’integrazione fra le diverse culture e religioni.
Numeri, dati, fatti per raccontare con un taglio pragmatico e con una prospettiva inedita il più grandioso mutamento dell’Italia di questi anni.
L’Italia è diventata nel breve giro di un paio di generazioni da paese di emigrazione sostanzialmente monoculturale a grande porto di mare. Vivono oggi dentro i nostri confini cinque milioni di stranieri e l’immigrazione è da anni al centro del dibattito pubblico e dello scontro politico.
Spesso però se ne discute senza tener conto dei dati di fatto: se in un luogo non ci sono risorse sufficienti per permettere agli uomini di soddisfare le loro necessità e in un altro luogo le opportunità sono sovrabbondanti rispetto agli uomini, un gruppo di abitanti del luogo di partenza si trasferirà inevitabilmente nel luogo d’arrivo. È dunque impensabile che il flusso dei migranti si interrompa. Peraltro, la struttura demografica dei paesi occidentali rende necessario l’apporto degli stranieri: nei prossimi vent’anni, per mantenere costante la popolazione in età lavorativa (20-64), ogni anno dovranno entrare in Italia – a saldo – 325 mila potenziali lavoratori, un numero vicino a quelli entrati nel ventennio precedente. Altrimenti, nel giro di appena 20 anni i potenziali lavoratori calerebbero da 36 a 29 milioni, a mano a mano che i baby-boomers andranno in pensione. Diminuirebbero anche i giovani (da 11,2 a 9,7 milioni), mentre gli anziani – in ogni caso – sono destinati ad aumentare in modo inarrestabile.
Il libro offre dati aggiornatissimi sui flussi migratori e sul loro contributo reale allo sviluppo economico, culturale e sociale del Paese, senza eludere nessuno dei temi scottanti degli ultimi mesi: l’aumento esponenziale dei richiedenti asilo, l’impatto della crisi sulle migrazioni, il contributo degli stranieri all’economia italiana, i problemi di criminalità, l’integrazione fra le diverse culture e religioni. Perché esiste un modello italiano alle immigrazioni: è necessario riconoscerlo per tracciare con sapienza le politiche del futuro.

Un quadro aggiornatissimo sui flussi migratori e sul loro contributo reale allo sviluppo economico, culturale e sociale del paese. Senza eludere nessuno dei temi scottanti degli ultimi mesi: l’aumento eponenziale dei richiedenti asilo, l’impatto della crisi sulle migrazioni, il contributo degli stranieri all’economia italiana, i problemi di criminalità, l’integrazione fra le diverse culture e religioni.
Numeri, dati, fatti per raccontare con un taglio pragmatico e con una prospettiva inedita il più grandioso mutamento dell’Italia di questi anni.
L’Italia è diventata nel breve giro di un paio di generazioni da paese di emigrazione sostanzialmente monoculturale a grande porto di mare. Vivono oggi dentro i nostri confini cinque milioni di stranieri e l’immigrazione è da anni al centro del dibattito pubblico e dello scontro politico.
Spesso però se ne discute senza tener conto dei dati di fatto: se in un luogo non ci sono risorse sufficienti per permettere agli uomini di soddisfare le loro necessità e in un altro luogo le opportunità sono sovrabbondanti rispetto agli uomini, un gruppo di abitanti del luogo di partenza si trasferirà inevitabilmente nel luogo d’arrivo. È dunque impensabile che il flusso dei migranti si interrompa. Peraltro, la struttura demografica dei paesi occidentali rende necessario l’apporto degli stranieri: nei prossimi vent’anni, per mantenere costante la popolazione in età lavorativa (20-64), ogni anno dovranno entrare in Italia – a saldo – 325 mila potenziali lavoratori, un numero vicino a quelli entrati nel ventennio precedente. Altrimenti, nel giro di appena 20 anni i potenziali lavoratori calerebbero da 36 a 29 milioni, a mano a mano che i baby-boomers andranno in pensione. Diminuirebbero anche i giovani (da 11,2 a 9,7 milioni), mentre gli anziani – in ogni caso – sono destinati ad aumentare in modo inarrestabile.
Il libro offre dati aggiornatissimi sui flussi migratori e sul loro contributo reale allo sviluppo economico, culturale e sociale del Paese, senza eludere nessuno dei temi scottanti degli ultimi mesi: l’aumento esponenziale dei richiedenti asilo, l’impatto della crisi sulle migrazioni, il contributo degli stranieri all’economia italiana, i problemi di criminalità, l’integrazione fra le diverse culture e religioni. Perché esiste un modello italiano alle immigrazioni: è necessario riconoscerlo per tracciare con sapienza le politiche del futuro.
Link al sito della casa editrice.
Anna Finocchiaro, Andrea Riccardi ed altri a Sant’Egidio. Audio Radio Radicale
A Fahrenheit, intervista con Loredana Lipperini
Uno strumento per informarsi, discutere, criticare, controbattere: breve, accessibile, pieno di dati e informazioni. Non un’opinione, ma un mezzo per farsene una…

I musulmani e il Natale

l’intervista

Allievi: «Il Corano non vieta
di festeggiare il Natale»

Parla il professore dell’Università di Padova esperto di Islam: «Ho ricevuto un sacco di auguri da parte di musulmani, certo non è una loro festa ma nulla vieta di partecipare. Chi predica altrimenti non vuole la convivenza tra diverse religioni

di Monica Ricci Sargentini Continua a leggere

Jihadismo nel Nordest: le tre vie della radicalizzazione

L’espulsione di Ridha Aissaoui, lo spacciatore tunisino radicalizzatosi in carcere e diventato un improvvisato imam tra le sbarre prima a Treviso e poi al Due Palazzi di Padova, riporta l’attenzione sul Veneto. Una regione interessata da significativi fenomeni di radicalizzazione, per la semplice ragione che è una di quelle con la maggiore presenza islamica, insieme alle altre regioni del centro-nord. Ne analizziamo alcuni casi, che ci aiutano a capire i percorsi di radicalizzazione e la loro genesi. Continua a leggere

Anis Amri et le jihadisme en Italie

Libération, 24 décembre 2016
ATTENTAT DE BERLIN

Le terroriste abattu à Milan, une ombre plane sur l’Italie

Cosa c'è dietro all'odio nei confronti dei profughi

Il danneggiamento degli appartamenti destinati ad accogliere una decina di profughi all’Arcella, quartiere di Padova ad alta densità di popolazione immigrata, non è una notizia minore. E’ un segnale che trascende la cronaca locale, per diventare specchio dei tempi che stiamo vivendo. Un simbolo, sul quale vale la pena riflettere. Continua a leggere

Tempo sacro, tempo profano: festività, aperture, orari

La polemica sulle aperture domenicali e festive di negozi e centri commerciali ci dice molto, sulle trasformazioni della nostra società.
La questione, contrapponendo i servitori di dei differenti (Dio o il denaro), è mal posta: ideologica. Proviamo a vederla laicamente, analizzando i processi in atto. Continua a leggere

Unità/diversità: ambivalenze culturali del Nordest

Unione deriva da uno. E’ un auspicio, non una descrizione, se applicato non a concetti matematici ma ad esseri umani: che nella società sono chiamati a unirsi, e spesso si richiamano vicendevolmente ai vantaggi e magari ai doveri dell’unione, per poi contestualmente dividersi. Continua a leggere

il nemico come insulina

la dico semplice, come la sento.
il referendum è stato perso da chi lo sosteneva.
il suo principale sostenitore, il premier, si è dimesso.
dal punto di vista di chi ha vinto, si potrebbe tirare un sospiro di sollievo e riposare un paio di giorni in santa pace, no?
c’erano anche giusto un paio di giorni di vacanza… che so, una gita in montagna, qualche ora in contemplazione della natura…

no, invece. continuo a vedere post polemici, cattivismo in servizio permanente effettivo…
LA DICO COME LA PENSO: VOI SIETE MALATI.
VOI AVETE BISOGNO DI UN NEMICO COME UN DIABETICO DELL’INSULINA.

guardatevi allo specchio: c’è qualche possibilità che vi facciate orrore.
se è così, buon per voi: potete guarire.
in caso contrario, purtroppo, non c’è speranza…

Dopo il referendum: si può ancora cambiare?

Domenica, giorno del voto, avevo scritto su queste pagine che, comunque fosse andata, si sarebbe posto il problema dell’innovazione: istituzionale, costituzionale, e anche d’altro genere. Il paese ha bisogno di essere liberato da molte cose: da una classe politica inadeguata e impreparata (nazionale e locale), da prassi governative novecentesche, da un sistema legislativo complicato e inconcludente, da un sistema giudiziario imbalsamato e inefficiente, da un sistema fiscale oppressivo e farraginoso, da burocrazie che – nonostante qualche miglioramento – continuano a trattare il cittadino come un suddito, da lacci e laccioli e impedimenti d’ogni genere. Ma anche dai suoi mali antichi, condivisi dal popolo e non solo dalle sue classi dirigenti, dalle sue prassi ancestrali, dai suoi vizi di fondo, dai suoi familismi amorali, dalla sua propensione alla corruzione e alla raccomandazione (tutto, insomma, tranne che la meritocrazia e la concorrenza), dal suo torpore e dalla sua stasi, insomma. Continua a leggere

Lettera a me stesso sul referendum: il giorno dopo

Padova, 5 dicembre 2016

Non ho letto i giornali, oggi. Dopo le dichiarazioni dei leader politici, e dopo l’annuncio delle dimissioni di Renzi, non ho più guardato le tv. Dopo gli ultimi post della notte, ho abbandonato i social network.
Come tutti, c’è la vita che mi richiama ai miei doveri: nel mio caso, di docente, di marito e padre, di persona con degli obblighi, dei problemi, delle cose da fare. Come tutti, appunto.
Ma sento il bisogno e l’urgenza, anche, di riflettere su questo esito referendario: a freddo, ma non troppo – con la lucidità necessaria. Continua a leggere