Immigration, religious diversity and recognition of differences: the Italian way to multiculturalism
Identities: Global Studies in Culture and Power
Volume 21, Issue 6, 2014
E’ l’applicazione agli esseri umani del principio di precauzione evocato ai tempi della mucca pazza: non mangiare bistecche, per non rischiare di essere contagiati. Ma – a differenza che in quel caso – senza alcun fondamento scientifico, senza alcuna copertura autorevole (l’Unione Europea o l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per dire), senza alcuna ragionevolezza sociale, e con uno scopo esclusivamente propagandistico. Continua a leggere
La polemica sul tesseramento del PD sta facendo capire alcune dinamiche relative alla trasformazione dei partiti: di tutti i partiti. Continua a leggere
La proposta del governo di consentire l’anticipazione del Tfr ha una serie di conseguenze economiche rilevanti. Ma le conseguenze economiche della proposta sono per certi versi meno significative delle sue conseguenze sociali e culturali. In gioco c’è altro. Per esempio, come è cambiato il nostro rapporto con il futuro. E il presente. E il lavoro. Continua a leggere
I direttori di alcuni grandi quotidiani nazionali. Gli industriali (alcuni, almeno). La Cgil (e, un po’ meno, gli altri sindacati). La Conferenza Episcopale (o, almeno, il suo vertice). E, come d’abitudine, il fuoco amico della minoranza PD: vecchia guardia e giovani leoni tutti insieme. Un attacco apparentemente concentrico e a tutto campo. Eppure il bersaglio – il premier Renzi – appare tranquillo, e attacca a sua volta. Tutto sommato, persino ringalluzzito. Continua a leggere
Il formidabile uno-due di Papa Francesco contro la pedofilia nella chiesa, non è solo un duro colpo contro un cancro che ha rischiato di segnare durevolmente il rapporto con il clero cattolico – portandone ai livelli più bassi non solo la popolarità, ma l’autorevolezza – ma costituisce anche un modo incisivo di delineare un diverso modello di chiesa. Continua a leggere
“In una parola. Frammenti di un’enciclopedia casuale”
Con Tito Boeri, Stefano Bollani, Roberta Dapunt, Piera Degli Esposti, Domenico De Masi, Duccio Demetrio, Roberto Escobar, Umberto Galimberti, Silvio Garattini, Dacia Maraini, Michela Marzano, Luca Mercalli, Aldo Nove, Annamaria Testa e tanti altri…
Ognuno una parola. La mia parola è: “Morte”.
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“Sono un’insegnante della scuola dell’obbligo. Guadagno 1600 euro al mese. Oggi ho sentito le retribuzioni dei commessi della Camera: e che la Cgil considera irricevibili le richieste del governo di porvi un tetto. Domani andrò a riconsegnare la tessera del sindacato”. Fine della citazione. Continua a leggere
Il sacrario di Redipuglia è un simbolo potente. Vi sono sepolti oltre 100.000 soldati, di cui solo 40.000 hanno un nome e un cognome: gli altri 60.000 sono militi ignoti. Ignoti come le vittime delle guerre di oggi. Con una differenza: nei conflitti odierni si tratta soprattutto di civili innocenti, e non di militari – muoiono le vittime collaterali, casuali (casualties, si dice nel gergo burocratico-militare inglese), non i combattenti professionali. Continua a leggere
La scoperta che in Siria e in Iraq stanno combattendo – in una guerra particolarmente crudele – anche dei musulmani, convertiti e immigrati, provenienti dall’Europa, sta giustamente preoccupando l’opinione pubblica. Ma se l’intelligence reagisce con l’unica strategia sensata (aumentare i controlli e le strategie di prevenzione, ed elaborare strategie di lotta frontale anche in loco), la politica rischia di reagire, come già successo in passato, nell’unica maniera sbagliata e controproducente: quella della demonizzazione generalizzata dell’islam. Continua a leggere
E’ autore di oltre un centinaio di pubblicazioni in vari paesi e di numerosi articoli e interviste su dibattiti di attualità. Suoi testi sono stati tradotti in varie lingue europee, in arabo e in turco.