Ripartire, ma come? A teatro con Allievi

Corriere del Veneto, 24 luglio 2020, p. 14

"Immigrazione. Cambiare tutto" – videointervista

una lunga videointervista che spiega ed elabora i contenuti del libro “Immigrazione. Cambiare tutto”
grazie a Marzia Tomasin per la pazienza…

Immigrazione. Cambiare tutto

In breve

Le migrazioni ci sono. Sono sempre di più e saranno ancora di più in futuro. Non è più il tempo dei problemi senza risposta: è il momento delle soluzioni.
L’immigrazione è un fenomeno strutturale da decenni. Tuttavia è sempre stato affrontato in termini di emergenza, come fosse un fatto episodico. Ma l’estensione, la qualità e la quantità del processo sono tali da esigere una soluzione complessiva al nostro sistema di convivenza che non sottovaluti il malessere diffuso nell’opinione pubblica. Le recenti polemiche intorno al ruolo delle ong nei salvataggi sono l’ultimo degli esempi. Per non dire della crescente xenofobia che rischia di indebolire la coesione sociale del nostro paese. L’immigrazione irregolare, il trafficking (i suoi costi e i suoi morti), i salvataggi, i respingimenti, la gestione dei richiedenti asilo con le sue inefficienze, le forme dell’accoglienza. E ancora, i problemi legati ai rimpatri, alla cittadinanza, alle implicazioni delle diverse appartenenze religiose: è urgente e necessaria una riflessione critica onesta su tutte le questioni che accompagnano le migrazioni attuali, affrontando quelle più spinose, con il coraggio di proposte radicali.

Indice
Introduzione ix 1. Cosa c’entra Phileas Fogg con le migrazioni?, p. Ix 2. Perché questo libro, p. xIV
Il prima: di profughi, salvataggi, morti
e altre cose che precedono gli arrivi 3

1. A monte di tutto, p. 3 – 2. Le migrazioni nel mondo e in Europa, p. 16 – 3. Aiutiamoli a casa loro (ma sul serio), p. 20 – 4. Excursus: le contraddizioni del territorialismo, p. 31 – 5. Chi arriva irregolarmente e perché, p. 36 – 6. “Casualties”: i morti nel Mediterraneo, p. 50 – 2. Il “trafficking”, p. 60
Il dopo: di commissioni, accoglienza, minori,
rimpatri e altre conseguenze degli sbarchi 67

1. Le questioni di principio, p. 68 – 2. Le contraddizioni del riconoscimento, p. 72 – 3. Costi e problemi dell’accoglienza, p. 79 – 4. I minori non accompagnati, p. 89 – 5. Respingimenti, rimpatri, ritorni, p. 94 – 6. Un’alternativa possibile: i corridoi umanitari, p. 98
Che mondo sarà? Le trasformazioni in atto 103
1. Mobilità, p. 104 – 2. Pluralità, p. 110 – 3. “Mixité”, p. 113 – 4. E quindi…, p. 115
Che fare, allora? 117
1. Cambiare sguardo, cambiare scala, p. 117 – 2. Nel frattempo, negli stati nazione…, p. 122 – 3. L’odio per l’altro, p. 128 – 4. Gli scenari che si aprono, p. 131 – 5. Per concludere: la svolta necessaria, spiegata facile, p. 138
In memoriam
143
Recensioni:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858129319
Immigrazione
Cambiare tutto
– disponibile anche in ebook
Edizione: 2018
Collana: i Robinson / Letture
ISBN: 9788858129319

Nel mondo dei qualsiasi

Nel mondo dei qualsiasi, Lecce, Manni, 2016

Copertina del libro "Nel mondo dei qualsiasi"

Copertina del libro "Nel mondo dei qualsiasi"

Una raccolta poetica molto unitaria, che in un lungo dialogo con sé e con gli altri apre a uno sguardo pieno di comprensione sulla vita e il mondo dei qualsiasi.
Dove la poesia diventa una lingua in più, più consapevole di altre, con cui comunicare; narrazione distillata, che scava fino alle radici; disciplina, metodo di comprensione e forma di ricchezza da condividere. Al servizio della parola. Senza pretese su di essa.

Una raccolta poetica molto unitaria, che in un lungo dialogo con sé e con gli altri apre a uno sguardo pieno di comprensione sulla vita e il mondo dei qualsiasi.
Dove la poesia diventa una lingua in più, più consapevole di altre, con cui comunicare; narrazione distillata, che scava fino alle radici; disciplina, metodo di comprensione e forma di ricchezza da condividere. Al servizio della parola. Senza pretese su di essa.
Link al sito della casa editrice.
“Appena adesso sono in grado di esprimerle il più vivo interesse per la sua poesia di serena e melanconica riflessione sulle successive vicende della sua vita, che diventa lezione esemplare. Tanto ricordo rimane sicuro e invita il lettore a ripensare a se stesso e la vita.”
Giorgio Bárberi Squarotti
“I versi brevi, lo stile paratattico, la lingua consapevole del sostrato colto eppure quotidiana, fanno della sua scrittura uno strumento di indagine del circostante – microcosmo o mondo che sia – necessario e efficace: «mondo dei qualsiasi» appunto, realtà o apparenza che ci appartiene o a cui apparteniamo tutti.”
Isabella Panfido
Recensione di Isabella Panfido
Un commento di Giorgio Bárberi Squarotti
L’Immaginazione, n. 300, p. 43

Tutto quello che non vi hanno mai detto sull'immigrazione

Tutto quello che non vi hanno mai detto sull’immigrazione (con G. Dalla Zuanna), Roma, Laterza, 2016

Copertina del libro "Tutto quello che non vi hanno detto sull'immigrazione"

Copertina del libro "Tutto quello che non vi hanno detto sull'immigrazione"

Un quadro aggiornatissimo sui flussi migratori e sul loro contributo reale allo sviluppo economico, culturale e sociale del paese. Senza eludere nessuno dei temi scottanti degli ultimi mesi: l’aumento eponenziale dei richiedenti asilo, l’impatto della crisi sulle migrazioni, il contributo degli stranieri all’economia italiana, i problemi di criminalità, l’integrazione fra le diverse culture e religioni.
Numeri, dati, fatti per raccontare con un taglio pragmatico e con una prospettiva inedita il più grandioso mutamento dell’Italia di questi anni.
L’Italia è diventata nel breve giro di un paio di generazioni da paese di emigrazione sostanzialmente monoculturale a grande porto di mare. Vivono oggi dentro i nostri confini cinque milioni di stranieri e l’immigrazione è da anni al centro del dibattito pubblico e dello scontro politico.
Spesso però se ne discute senza tener conto dei dati di fatto: se in un luogo non ci sono risorse sufficienti per permettere agli uomini di soddisfare le loro necessità e in un altro luogo le opportunità sono sovrabbondanti rispetto agli uomini, un gruppo di abitanti del luogo di partenza si trasferirà inevitabilmente nel luogo d’arrivo. È dunque impensabile che il flusso dei migranti si interrompa. Peraltro, la struttura demografica dei paesi occidentali rende necessario l’apporto degli stranieri: nei prossimi vent’anni, per mantenere costante la popolazione in età lavorativa (20-64), ogni anno dovranno entrare in Italia – a saldo – 325 mila potenziali lavoratori, un numero vicino a quelli entrati nel ventennio precedente. Altrimenti, nel giro di appena 20 anni i potenziali lavoratori calerebbero da 36 a 29 milioni, a mano a mano che i baby-boomers andranno in pensione. Diminuirebbero anche i giovani (da 11,2 a 9,7 milioni), mentre gli anziani – in ogni caso – sono destinati ad aumentare in modo inarrestabile.
Il libro offre dati aggiornatissimi sui flussi migratori e sul loro contributo reale allo sviluppo economico, culturale e sociale del Paese, senza eludere nessuno dei temi scottanti degli ultimi mesi: l’aumento esponenziale dei richiedenti asilo, l’impatto della crisi sulle migrazioni, il contributo degli stranieri all’economia italiana, i problemi di criminalità, l’integrazione fra le diverse culture e religioni. Perché esiste un modello italiano alle immigrazioni: è necessario riconoscerlo per tracciare con sapienza le politiche del futuro.

Un quadro aggiornatissimo sui flussi migratori e sul loro contributo reale allo sviluppo economico, culturale e sociale del paese. Senza eludere nessuno dei temi scottanti degli ultimi mesi: l’aumento eponenziale dei richiedenti asilo, l’impatto della crisi sulle migrazioni, il contributo degli stranieri all’economia italiana, i problemi di criminalità, l’integrazione fra le diverse culture e religioni.
Numeri, dati, fatti per raccontare con un taglio pragmatico e con una prospettiva inedita il più grandioso mutamento dell’Italia di questi anni.
L’Italia è diventata nel breve giro di un paio di generazioni da paese di emigrazione sostanzialmente monoculturale a grande porto di mare. Vivono oggi dentro i nostri confini cinque milioni di stranieri e l’immigrazione è da anni al centro del dibattito pubblico e dello scontro politico.
Spesso però se ne discute senza tener conto dei dati di fatto: se in un luogo non ci sono risorse sufficienti per permettere agli uomini di soddisfare le loro necessità e in un altro luogo le opportunità sono sovrabbondanti rispetto agli uomini, un gruppo di abitanti del luogo di partenza si trasferirà inevitabilmente nel luogo d’arrivo. È dunque impensabile che il flusso dei migranti si interrompa. Peraltro, la struttura demografica dei paesi occidentali rende necessario l’apporto degli stranieri: nei prossimi vent’anni, per mantenere costante la popolazione in età lavorativa (20-64), ogni anno dovranno entrare in Italia – a saldo – 325 mila potenziali lavoratori, un numero vicino a quelli entrati nel ventennio precedente. Altrimenti, nel giro di appena 20 anni i potenziali lavoratori calerebbero da 36 a 29 milioni, a mano a mano che i baby-boomers andranno in pensione. Diminuirebbero anche i giovani (da 11,2 a 9,7 milioni), mentre gli anziani – in ogni caso – sono destinati ad aumentare in modo inarrestabile.
Il libro offre dati aggiornatissimi sui flussi migratori e sul loro contributo reale allo sviluppo economico, culturale e sociale del Paese, senza eludere nessuno dei temi scottanti degli ultimi mesi: l’aumento esponenziale dei richiedenti asilo, l’impatto della crisi sulle migrazioni, il contributo degli stranieri all’economia italiana, i problemi di criminalità, l’integrazione fra le diverse culture e religioni. Perché esiste un modello italiano alle immigrazioni: è necessario riconoscerlo per tracciare con sapienza le politiche del futuro.
Link al sito della casa editrice.
Anna Finocchiaro, Andrea Riccardi ed altri a Sant’Egidio. Audio Radio Radicale
A Fahrenheit, intervista con Loredana Lipperini
Uno strumento per informarsi, discutere, criticare, controbattere: breve, accessibile, pieno di dati e informazioni. Non un’opinione, ma un mezzo per farsene una…

Nel mondo dei qualsiasi – Presentazione

NEL MONDO DEI QUALSIASI
Attenzione, è una minaccia…
Martedì 18 aprile, alle 18, alla FELTRINELLI di Padova, presentiamo il mio libro
“Nel mondo dei qualsiasi”
(che, per chi sarebbe tentato di aspettarsi da me qualcosa d’altro, è un libro di poesie)
Qui i riferimenti del libro.
E qui la recensione di Isabella Panfido.
Non sarà un recital – anche se qualche poesia, inevitabilmente, la leggerò – ma una amichevole chiacchierata sullo scrivere e altre storie.
Ci saranno con me Romolo Bugaro, scrittore, e Francesco Jori, giornalista: se proprio vogliamo attaccare loro delle etichette. Che, poi, Bugaro sarebbe un avvocato, anche se scrive romanzi di successo. E Jori scrive libri di storia, anche se ha l’imperdonabile difetto di guadagnarsi da vivere scrivendo sui giornali. Del resto, anche il sottoscritto è più conosciuto per gli altri mestieri che svolge, che non per il dedicarsi – anche, molto – alla poesia…  A proposito: sono amici – e quindi credo che non infieriranno. Tutti e tre, comunque, in maniera diversa, ci dedichiamo alla scrittura, e di questo immagino si discuterà. Con chi vorrà farci compagnia.
Qui, comunque, il link all’evento. E, sì, mi farà piacere vedervi…
http://www.mannieditori.it/libro/nel-mondo-dei-qualsiasi
http://www.stefanoallievi.it/2017/01/nel-mondo-dei-qualsiasi-recensione/
https://www.lafeltrinelli.it/fcom/it/home/pages/puntivendita/eventi/Padova/2017/Aprile/Stefano-Allievi-20044.html

"Nel mondo dei qualsiasi" (recensione)

  • Domenica 8 Gennaio, 2017
  • CORRIERE DEL VENETO, p. 12, Cultura & Spettacoli

POESIA
Stefano Allievi,
versi «Nel mondo dei qualsiasi» Continua a leggere

Tutto quello che non vi hanno mai detto sull'immigrazione

Tutto quello che non vi hanno mai detto sull\’immigrazione

Uno strumento per informarsi, discutere, criticare, controbattere: breve, accessibile, pieno di dati e informazioni. Non un’opinione, ma un mezzo per farsene una…

INDICE
Premessa
Perché questo libro V

  1. La forza dei numeri 3
    1. «Di fonderci insieme già l’ora suonò», p. 3 – 2. Migrazioni moderne, p. 5 – 3. Attrazioni e fughe irresistibili, p. 9
  2. Aria fresca in un’economia in declino 12
    1. Numeri importanti, p. 12 – 2. È vero che gli stra- nieri rubano il lavoro agli italiani?, p. 13 – 3. Gli stranieri frenano lo sviluppo dell’Italia?, p. 21
  3. Un laboratorio d’eccezione: la scuola 27
    1. Di chi parliamo, p. 27 – 2. La scuola dell’obbligo, p. 29 – 3. Alcuni problemi da affrontare, p. 30 – 4. Intercultura in classe, p. 34 – 5. Non solo bambini e ragazzi: l’istruzione superiore e universitaria, p. 37 – 6. Sine schola nulla salus, p. 41
  4. Visti da vicino sembriamo uguali 44
    1. Diventare simili, p. 44 – 2. Le relazioni di amici- zia, p. 45 – 3. Il tempo libero, p. 47 – 4. La religione, p. 48 – 5. Attivi o fatalisti?, p. 50 – 6. Famiglia o lavoro?, p. 52 – 7. Aspettative scolastiche e lavo- rative, p. 56 – 8. Fra assimilazione e peculiarità ‘etniche’, p. 57
  5. Tutti delinquenti? 61
    1. Tra statistica e strumentalizzazione, p. 61 – 2. Criminalità e carcere, p. 62 – 3. Le denunce nei
151
confronti di immigrati, p. 65 – 4. Gli stranieri in carcere, p. 66 – 5. La devianza minorile, p. 69 – 6. Gli immigrati come oggetto di devianza, p. 71

  1. Nuove schiavitù: la tratta sessuale 74
    1. Cos’è la tratta, p. 74 – 2. Contrastare la tratta alla radice: fra legalizzazione e neoproibizionismo, p. 79
  2. I rifugiati non sono un’emergenza 84
    1. Chi sono i rifugiati, p. 84 – 2. Fondamenti giuri- dici, p. 86 – 3. Pochi in Europa, pochissimi in Italia: fino a ieri, p. 88 – 4. Ma oggi sono in aumento: sbarchi e profughi, p. 89 – 5. Che fare?, p. 91
  3. Il fattore C (come cultura) 97
    1. Società in movimento, p. 97 – 2. Migrazioni e cambiamenti nel paesaggio culturale e religioso, p. 99 – 3. Il caleidoscopio delle culture, ovvero l’im- portanza del fattore C, p. 102 – 4. Meticciato, iden- tità reattive e identità pro-attive, p. 105 – 5. Nuove divisioni nella società, p. 107 – 6. E in Italia?, p. 109 – 7. Conflitti culturali e religiosi, p. 112 – 8. Dove andremo a finire?, p. 115
  4. Mamma li turchi! 118
    1. Una nuova presenza, p. 118 – 2. L’islam europeo: tendenze e interrogativi, p. 119 – 3. L’islam italia- no, p. 123 – 4. Una tardiva presa di coscienza, p. 126 – 5. Ma qualcosa si fa, p. 128 – 6. E la società italiana?, p. 130
  5. Se non ora, quando?
    Il posto della politica 136
    1. Oltre le norme: il modello implicito delle immi- grazioni italiane, p. 136 – 2. Come rendere normali anche in Italia le immigrazioni regolari?, p. 138 – 3. Acquisizione piena dei diritti civili, p. 140 – 4. La sfida dei richiedenti asilo, p. 143

Conclusioni 147

Morte. Frammenti di un'enciclopedia casuale

“In una parola. Frammenti di un’enciclopedia casuale”
Con Tito Boeri, Stefano Bollani, Roberta Dapunt, Piera Degli Esposti, Domenico De Masi, Duccio Demetrio, Roberto Escobar, Umberto Galimberti, Silvio Garattini, Dacia Maraini, Michela Marzano, Luca Mercalli, Aldo Nove, Annamaria Testa e tanti altri…
Ognuno una parola. La mia parola è: “Morte”.
https://www.facebook.com/pages/In-una-parola/280941852108710
http://www.benzoni.it/portfolio/in-una-parola/

Recensione a "Il giorno dopo" e "Pubblico e privato"

Cos’è successo quella notte? La notte prima de “Il giorno dopo”? Che è una raccolta di poesie di Stefano Allievi, sociologo all’Università di Padova, qui spogliato di cattedra e studenti, verrebbe da dire spogliato di allievi.  Perché in quella notte quest’uomo è tornato nudo, come si nasce. Lui è tornato nudo perché è rinato. Non sappiamo come, e più profondamente non sappiamo perché. Ma è successo e quello che quest’uomo nuovo comunica  con apparente tranquillità ma in realtà con una foga carsica è uno smisurato entusiasmo. L’entusiasmo di chi ha visto molto, ma oggi, il giorno dopo, ha occhi nuovi. Non può dimenticare il passato, ma il presente non può più essere ripetizione del passato. Che notte, quella notte.
La nostra curiosità non deve indirizzarsi sulla causa della resurrezione (ma era proprio morto, prima?), comunque della renovatio: ma sui suoi effetti. E per un motivo semplice, che potrebbe capitare anche a noi.  Allora sarebbe gioia, come quella che con equilibrio e insieme travaglio, sboccia da questi versi, anche quando sono dolenti, riflessivi. Ma percorsi da un’energia vitale, fosse anche un’indignata stanchezza, che è magma vivo, accavallarsi di pulsioni. Tutto si agita, si intride senza arrivare a confondersi in questo magma dove di nuovo ribolle vita con tutti i suoi sentimenti: l’amore e la delusione, la rabbia e il distacco, la serenità ritrovata e l’impulso all’impegno. Niente è fermo, in quest’uomo nuovo.
Così leggiamo poesia civile, che vuol dire denuncia dello scandalo, dei riti vuoti della politica, disamina diretta e senza astruserie delle falsità e dei fallimenti: è consapevolezza, non rivoluzione. Una consapevolezza che, prima del giorno dopo, forse era meno chiara, meno certa. Ma adesso quest’uomo ride di una contentezza interiore che gli fa affrontare tutto: soprattutto le cose che non vanno, quelle che sfuggono ad una logica che dovrebbe essere. “E’ misura, la legge delle cose”. Dentro a questa misura c’è la ragione, e c’è anche Dio, che per Allievi non è contraddizione, e si intuisce necessario come la ragione, problematico come la stessa ragione è capace di essere. La consapevolezza percorsa da un entusiasmo positivo non risolve tutto, pone altre domande, ma ora si ha la forza di prendere posizione, di non essere particella amorfa, insulsa, magari programmata. Toh, rispunta l’io: che c’era, ma si è dato una rilucidata, e torna capace di proprie idee, e le dice a voce alta, senza gridare, ma nemmeno senza soffocarle o sussurrarle. “E’ tornata la vita. Se era scappata, chi non l’ha inseguita?”. La vita torna, che vuol dire coscienza e voglia. E la voce adesso è la poesia, che è musica in casa, silenzio nella festa di parole sul Moleskine, interiorità che esce, e passione, gusto, amore, termini velati di nebbia nella vita precedente. Un entusiasmo dagli effetti inaspettati: “La poesia è erotica, si sente nei calzoni”, e per fortuna che li portano anche moltissime donne, sennò non vale. Ma insomma è un canto: “splendi, atmosfera”.
Ma Stefano Allievi, anche se un po’ vorrebbe, non è san Francesco: il suo canto non diventa cantico, affronta le ombre del nostro mondo, interroga le ombre della divinità. E’ costante il bisogno di Dio, un dio proprio, mal interpretato dalla Chiesa, non in concorrenza con la ragione: “Fede vuole ragioni, ragione spesso crede”. Ma anche “Fede, opere: non c’è contraddizione. Opera, fede, il resto è divisione”. E’ un credente che scrive, che tenta di conciliare, e non vorremmo mai che qualche solerte interprete ciellino sventolasse questi versi come una bandiera, non si sa mai. Le idee, le domande su Dio sono di una sofferta sincerità: “Dio dei conflitti dimettiti, spogliati, nasconditi”. Sono due righe del secondo libro di poesie che Stefano Allievi pubblica insieme al primo. Questa volta il titolo è “Pubblico e privato” e come si intuisce la voglia di dire investe in egual misura le due sfere. “Pubblico e privato” è la stessa vita riscoperta, ma l’urgenza della nuova nascita lascia posto all’analisi e alla riflessione. Qui, più poesia in senso tradizionale, con i temi del sentire, degli affetti, ma anche del mondo circostante declinati cercando una sorta di saggezza. C’è la costante spinta a snidare falsità, a togliere le incrostazioni del superfluo (le cento riunioni in cui non si riesce più ad ascoltare, ma che servono a percepire l’inconsistenza dei personaggi), a cercare una sostanza che, ovunque ti giri, sembra sepolta, inarrivabile. Peggio, inesistente. La persona sembra sparire: esistono simili, consorterie, ordini. I politici, i preti, i professori: accomunati dagli interessi, dai riti dovuti, dalle cose di sempre e non da un pensiero individuale. Solo l’amore fa tornare in primo piano la persona: ecco la compagna di vita, moglie moglie perché sposata due volte, centro di riferimento e in fondo motore di molti di questi versi. La passione amorosa vive di profondità evidenti ma altrettanto forte è la passione civile. Se nel primo volumetto l’invettiva finale (la serie infinita di “basta”) è un concentrato di sopportazione giunta al limite, in “Pubblico e privato” la disillusione per come va il mondo, per com’è la gente che lo fa andare così sono concetti sparsi tra le pagine, e comunque discorso ininterrotto. Con spritz di quasi umorismo: “i partiti: più cacciati che partiti”. “Impreciso, incondiviso il fine ultimo. Il penultimo idem”.
Insomma, Stefano Allievi è un poeta-cittadino. Abiura l’enfasi, scrive all’indicativo concetti poco interpretabili perché subito comprensibili, diretti: perché se la parola può diventar regina, l’idea è comunque imperatrice, come la poesia, cioè il concetto di poesia. L’ultimo esempio: “Si è soli anche là fuori / nella gabbia comune / quando non sappiamo come uscirne / e solo aspettiamo il custode / all’ora giusta, con quel poco di cibo”. Con quel poco di cibo. Allora, non è mai finita.
Paolo Coltro, I versi di sdegno civile del cittadino Allievi. Il sociologo pubblica due volumetti in contemporanea, in “Il Mattino di Padova”, “La Tribuna di Treviso”, “La Nuova Venezia”, “Il corriere delle Alpi”, 10 novembre 2012, p. 50