I massacri dei cristiani in Iraq: il silenzio dei musulmani, il silenzio degli intellettuali

I massacri perpetrati nei confronti dei cristiani e di altre minoranze religiose in Iraq, sono qualcosa che va oltre il pensabile e l’immaginabile. Teste mozzate e mostrate sulle picche, barbare crocifissioni, stupri di massa, bambine vendute come schiave, donne e bambini sepolti vivi, villaggi bruciati, luoghi di culto, monumenti, croci, cimiteri vandalizzati e distrutti, e infine centinaia di migliaia di profughi e dispersi: sono pezzi di umanità e di storia millenaria letteralmente cancellati, nel più barbaro e feroce dei modi. Tutto questo ad opera dei cosiddetti miliziani dell’Isis, i seguaci di al-Baghdadi, sedicente ‘califfo’ islamico, che vuole costruire sul più primitivo dei terrori uno stato teocratico, basato su rozze e semplificatrici interpretazioni del messaggio religioso islamico. Continua a leggere

Senato e riforme: l'abisso tra il palazzo e il paese

Ascoltando in questi giorni di dibattito sulle riforme, l’immagine che emerge con più evidenza è quella di una distanza abissale, in crescita ulteriore. La distanza abissale che provano i cittadini schiacciati dalla crisi o semplicemente adusi al loro ordinario mestiere, senza lamenti e senza rancori: che non capiscono, non possono capire, il senso di ottomila risibili emendamenti ad un testo, quando ne basterebbero quattro ma sensati, su cui costruire, come legittimo ed utile, una seria battaglia politica e di principio, per poi accettare, come è nelle regole del gioco, di vincere o di perdere. Continua a leggere

Ramadan: caso chiuso, questioni aperte. Su islam, Bitonci e dintorni

Il sindaco Bitonci ha voluto la sua prova di forza e l’ha ottenuta, vincendola. Non voleva rappresentanti del Comune all’aid, la festa di chiusura del mese di digiuno di Ramadan, e non ce ne sono stati. Non vuole più dare in concessione spazi comunali, ancorché disponibili, per il digiuno islamico, e presumiamo accadrà. Continua a leggere

Galan e l'indignazione 'social'

L’arresto di Giancarlo Galan ha provocato una prevedibile ondata di indignazione a comando: tutti a felicitarsi e ad esultare, dai social network ai politici finti amici e ai giornalisti finti nemici del bel tempo che fu, quando Galan rappresentava, anzi era, il potere. Continua a leggere

Su certi inutili manifesti…

Vado a memoria, da una lettura di molti anni fa:
“E’ incredibile come tanti intellettuali, dopo avere firmato un manifesto, siano convinti di avere fatto, con questo, qualcosa…” (J. K. Galbraith)

Galan e l'indignazione popolare


Corriere della Sera, – Edizione Veneto, 23 luglio 2014, p. 5
GALAN, LE REAZIONI IN RETE

Su Twitter parte la gogna mediatica
Il sociologo: «Fa sentire realizzati»

Il professor Allievi: «E’ indignazione compulsiva»

PADOVA – La rabbia scorre a fiumi su Twitter. Nei minuti immediatamente successivi al voto della Camera era un tripudio di «finalmente», «era ora», «in galera», «ciao ciao Galan». Scorre anche l’ironia, come si confà ad ogni social network, ma soprattutto scorrono parole amare sull’arresto di Giancarlo Galan. Accusatorie, di fuoco. «Galan arrestato. Che meraviglia. Che giornata». Questo è il tweet di Tommaso ma ce ne sono tanti di simili. Di più aggressivi, di più sarcastici. Sono centinaia, migliaia i commenti su Facebook, alle notizie rilanciate dai siti, su Twitter. «Tranquillo Gianca, anche noi siamo incazzati e sappiamo benissimo con chi, con te» scrive Marco. Lo Straniero: «Sti politici, oltre ad essere colti con le mani nel sacco vogliono ancora aver ragione, che vergogna».
È un meccanismo ormai automatico nel popolo del web, e l’ha analizzato in diverse occasioni Stefano Allievi, sociologo e docente all’università di Padova. Tanto da parlare, a questo punto, di una forma di «indignazione compulsiva» per definire la gogna mediatica a cui sono sottoposti i personaggi pubblici sui social, travolti da un vortice di ira che si autoalimenta con l’aumentare delle condivisioni. «Entra in gioco uno stato d’animo che in qualche modo fa sentire realizzati, anche per un breve momento – spiega il professor Allievi -. E vale non solo per i politici, ma per tutti gli ismi: razzismo, sessismo, animalismo. Senza che siano fatte verifiche. Bisognerebbe indagare a quale bisogno corrisponde, e perché ci sentiamo più importanti se mettiamo un “mi piace”». Ieri la rete ha scelto Galan come capro espiatorio di questa «indignazione compulsiva ». «Galan è incazzato, ma l’Italia si salva solo se le istituzioni riusciranno a garantire pulizia, correttezza e trasparenza» scrive Giorgio. E Massimo: «Abbandona la Casa un altro concorrente, ciao ciao Galan».
«Mancano le prove, tuonò Galan dal salotto della casa restaurata con le tangenti del Mose» twitta Edoardo. Non c’è bisogno di approfondimento. La rete ha deciso: colpevole. Chi lo difende è, come spesso accade quando parte la giostra mediatica, una minima parte: «Una Camera di peones ipocriti ha votato sì al carcere per Galan – aggiunge Romano -. Così a distanza di mesi gli si impedirà di inquinare le prove o fuggire». «Che si discuta del tuo arresto mentre sei bloccato in ospedale non mi sembra il massimo della civiltà» riflette Alberto. L’ex governatore, secondo Allievi, ha personificato per lungo tempo «il politico e il potere che voleva rimanere impunito, lui stesso si è definito nella sua biografia l’ incarnazione di un territorio ». E su questa figura di dominio ventennale, ferita da una repentina caduta, scattano nei naviganti la rabbia e il bisogno di sfogarla. Filtrata da uno schermo, a chilometri di distanza.

23 luglio 2014

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Il M5S al bivio

L’incontro sulla riforma elettorale tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico, guidato dal premier Renzi, costituisce una svolta per il movimento di Grillo. O segnala, perlomeno, la consapevolezza di trovarsi a un bivio. Che, a seconda della strada che si sceglierà, può segnare la storia del M5S, e in qualche modo del paese, decidendo quale potrà essere la via d’uscita dalla crisi, o non segnare proprio nulla. Continua a leggere

Punto e a capo

Punto e a capo
(in attesa di vedere qualche segnale positivo cui aggrapparmi)

Intervento alla direzione provinciale del PD
(di seguito, gli appunti del mio intervento alla direzione provinciale PD del 23 giugno 2014, subito dopo la relazione del segretario Massimo Bettin. A futura memoria…) Continua a leggere

Chi e perché frena sulle riforme

Il dibattito sulle riforme, proprio adesso che è alla stretta finale, rischia di incagliarsi. Per motivi nobili: il tentativo di proporre una riforma migliore. E per motivi meno nobili: incluso quello, politicamente legittimo, di far fallire i progetti del governo, o guadagnarsi una qualche forma di visibilità rispetto ai partiti maggiori o spazi di agibilità nei partiti maggiori di cui si è minoranza. Continua a leggere

Mosques in Western Europe

Oxford Islamic Studies online, July 2014

Stefano Allievi

Western Europe, Mosques in Continua a leggere