Gli aspiranti terroristi di Rialto

Se ce l’avessero fatta, sarebbe stato il colpo globale dell’anno. E, per l’Italia, un tragico risveglio a una nuova consapevolezza. Per fortuna – e per la capacità d’inchiesta e prevenzione degli organismi preposti alla nostra sicurezza – il progetto di un attentato al Ponte di Rialto, con l’obiettivo di produrre centinaia di morti, è rimasto, per i suoi perpetratori, un sogno interrotto di paradiso; e, per noi, un incubo che non ci toccherà vivere. Continua a leggere

Un patto per (e con) l'islam italiano

Dire islam in Italia, oggi, significa parlare di una comunità di circa un milione e seicentomila persone. Una parte significativa sono immigrati di prima generazione: arrivati in Italia, alcuni negli ultimi tempi, ma in gran parte anche da venti o trent’anni. Molti, sempre di più, sono nati in Italia o arrivati molto piccoli, e scolarizzati interamente nel nostro paese insieme ai nostri figli: e in gran parte sono già o diventeranno cittadini italiani. Infine, c’è un gruppo significativo di persone che erano italiani prima ancora di diventare musulmani: i convertiti. Continua a leggere

Prevenire la radicalizzazione

Di seguito, l’articolo del “Fatto quotidiano” sulla presentazione del rapporto sul jihadismo e la prevenzione della radicalizzazione
ilfatto20170106 – pagina su commissione radicalizzazione

I musulmani e il Natale

l’intervista

Allievi: «Il Corano non vieta
di festeggiare il Natale»

Parla il professore dell’Università di Padova esperto di Islam: «Ho ricevuto un sacco di auguri da parte di musulmani, certo non è una loro festa ma nulla vieta di partecipare. Chi predica altrimenti non vuole la convivenza tra diverse religioni

di Monica Ricci Sargentini Continua a leggere

Jihadismo nel Nordest: le tre vie della radicalizzazione

L’espulsione di Ridha Aissaoui, lo spacciatore tunisino radicalizzatosi in carcere e diventato un improvvisato imam tra le sbarre prima a Treviso e poi al Due Palazzi di Padova, riporta l’attenzione sul Veneto. Una regione interessata da significativi fenomeni di radicalizzazione, per la semplice ragione che è una di quelle con la maggiore presenza islamica, insieme alle altre regioni del centro-nord. Ne analizziamo alcuni casi, che ci aiutano a capire i percorsi di radicalizzazione e la loro genesi. Continua a leggere

Anis Amri et le jihadisme en Italie

Libération, 24 décembre 2016
ATTENTAT DE BERLIN

Le terroriste abattu à Milan, une ombre plane sur l’Italie

L'imam, la cittadinanza e la parità di genere

La costituzione italiana sancisce la parità tra uomo e donna in maniera forte. Come recita l’articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Gli articoli 37, 51 e 117 specificano ulteriormente: sostenendo l’accesso al lavoro con “gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni” (art 37);  e promuovendo l’accesso “agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di uguaglianza”, favorendo “le pari opportunità tra donne e uomini” (art 51 e 117). Continua a leggere

La radicalizzazione jihadista in Italia

Il primo settembre la presidenza del consiglio dei ministri ha insediato una commissione sulla radicalizzazione jihadista in Italia, di cui fa parte il prof. Stefano Allievi, editorialista del nostro giornale. Gli abbiamo chiesto una riflessione sul suo ruolo e il fenomeno che deve analizzare. Continua a leggere

Allarme islam e bambini kamikaze: forse stiamo un po' esagerando…

Durante le vacanze estive, nel Chianti, ho assistito alle attività ludiche di alcuni bambini in un parco giochi attrezzato di un paesino di poche migliaia di abitanti. Nell’atto di prepararsi alla conquista della preziosa postazione di un cavallino a molla, a spese di un altro bambino, un ragazzino ha lanciato il fatidico grido: “Allahu Akbar!”, cacciando il più piccolo dalla sua cavalcatura. Erano tutti italianissimi. Continua a leggere

"il Giornale" mi ama: un esempio di giornalismo etico…

All’inizio non ho diffuso questo post sui miei account: il suo oggetto non lo merita. Mi sono limitato a inserirlo sul sito a futura memoria, nascondendolo discretamente, con una data di un mese precedente al fatto per non dargli pubblicità sulla home page. Oggi lo ricolloco al suo posto, in ordine cronologico. Aggiungendo una postilla.
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