Con gli altri, non contro: cosa vuol dire veramente competere

Competere è parola declinabile in diversi modi. Il verbo fa riferimento, in primo luogo, al gareggiare, allo sfidarsi, al misurarsi con qualcuno o qualcosa, nello sport come in economia, in guerra come in amore. Ma ha anche un altro significato, diverso, seppure riconducibile al precedente: la competenza è ciò che ci appartiene di diritto, ciò che ci siamo conquistati legittimamente (gareggiando, sfidando, misurandoci, appunto), ciò che ci spetta – non a caso la si chiamava anche la spettanza, in passato, ed era un equivalente di compenso, di retribuzione. C’è poi un terzo significato importante, e ugualmente collegato ai precedenti: ha competenza chi conosce, chi sa, chi ha esperienza, cultura o altre qualità che rendono una persona, appunto, competente in un determinato ambito. Da questo significato ne deriva infine un altro, che ha a che fare con l’esercizio del potere: non a caso, nel linguaggio politico, militare, giuridico, si fa riferimento alla sfera di competenza all’interno della quale un funzionario, un ufficiale, o un magistrato esercita legittimamente il proprio ruolo. Continua a leggere

Legittima difesa: norme condivise, o meglio niente

La questione della legittima difesa è divisiva, e mette in campo modi profondamente diversi di concepire la vita sociale. Tanto è vero che – anche solo limitandoci alle democrazie liberali – troviamo posizioni agli antipodi. Da un lato quella statunitense, per la quale il diritto a possedere un’arma e a farsi giustizia da sé è profondamente radicato nella cultura condivisa (dalla sacralizzazione dell’arma insita nel motto “la Bibbia e il fucile” all’immaginario hollywoodiano – con la conseguenza che gli Stati Uniti sono il paese occidentale che vanta il non invidiabile record del maggior numero di morti per arma da fuoco); dall’altro quella, opposta, della democrazia inglese (quella che il liberalismo l’ha inventato e praticato più conseguentemente, e l’ha insegnato a tutto l’occidente), contrarissima a questa pratica e restia persino ad armare i poliziotti, gli amati bobbies di quartiere (solo il 4,4% dei poliziotti inglesi è armato). Continua a leggere

Le ONG e il procuratore: qualche riflessione sui salvataggi nel Mediterraneo

Una riflessione sul ruolo delle ONG nei salvataggi: che cerca di porre qualche problema, al di là degli schieramenti tra ‘innocentisti’ e ‘colpevolisti’.
Mezz’ora di approfondimento nella trasmissione “Memos”, di Radio Popolare, a cura di Lele Liguori: qui il link
Andata in onda il 3 maggio 2017
http://www.radiopopolare.it/2017/05/ong-migranti-mediterraneo-radio-popolare-carmelo-zuccaro-stefano-allievi/

Materiali corso "Pluralismo sociale e conflitti culturali" a.a. 2016/2017 – Bombardieri 2

Di seguito, le slides relative alle lezioni della dott.ssa Maria Bombardieri sull’Isis
ISIS e i foreign fighters: lezione Bombardieri – per studenti

Materiali corso "Pluralismo sociale e conflitti culturali" a.a. 2016/2017 – Cerchiaro

Di seguito, le slides relative alla lezione del dott. Francesco Cerchiaro sulle coppie miste
Cerchiaro – Lezione Amori e confini

Materiali corso "Pluralismo sociale e conflitti culturali" a.a. 2016/2017 – Bombardieri 1

Di seguito, le slides relative alle lezioni della dott.ssa Maria Bombardieri sull’islam in Italia
Bombardieri MUSULMANI E MOSCHEE IN ITALIA lezione

Votare in carcere. Per capire il senso della democrazia

Tra breve si vota. No, non alle amministrative, per le quali ci vuole ancora qualche settimana. E nemmeno per il referendum sull’autonomia, per il quale attenderemo l’autunno. C’è però chi andrà alle urne prima, a fine aprile: sono i detenuti del carcere Due Palazzi, che eleggeranno i loro rappresentanti (è il secondo caso in Italia, dopo Bollate, e il primo in Veneto). Continua a leggere

"Nel mondo dei qualsiasi" – Giorgio Bárberi Squarotti

Ho saputo solo ora, da un amico, della morte di Giorgio Bárberi Squarotti .
Non lo conoscevo personalmente: solo di fama, e di letture. Ma mi ha conosciuto lui, una volta, a modo suo. E me l’aveva fatto sapere.
Poche settimane fa, infatti, avevo ricevuto una lettera scritta con calligrafia incerta, e caratteri molto grandi.
Me l’aveva scritta dopo aver letto il mio ultimo libretto di poesie, “Nel mondo dei qualsiasi”, ed aver chiesto alla casa editrice il mio indirizzo (l’ho saputo dopo che avevo fatto altrettanto, nei suoi confronti).
Sono poche parole, niente più che un incoraggiamento (capitava che lo facesse, mi dicono: distribuendo consigli e anche critiche nel merito), e probabilmente non significano molto: ma, ai miei occhi, sì. Non era tenuto: per qualche motivo l’ha fatto. Per qualche motivo questo esile filo mi ha legato a lui.
Curioso, attivo e partecipe della vita – e innamorato della poesia – fino alla fine: che bella storia…
Di cui, per quel poco, mi sento di ringraziarlo: per me è stato un regalo tanto inatteso quanto importante. Continua a leggere

L'inutile – e controproducente – guerra contro le moschee

Il presidente Zaia, in un’intervista a questo giornale, afferma che, grazie alla legge anti-moschee della regione Veneto, che ha appena superato il vaglio della Consulta, “chi vuole la moschea deve trovare un luogo che abbia il beneplacito del Comune”. Quello che non dice, è che così facendo, un diritto fondamentale – la libertà di culto – viene messo in mano alla discrezionalità di sindaci che non l’hanno particolarmente a cuore. La seconda cosa che non dice è che il suo partito, inclusi molti primi cittadini, sta conducendo una campagna di lungo periodo contro le moschee: primo episodio, a Lodi, nel 2000 – prima ancora dell’attentato alle torri gemelle… Continua a leggere