Scuola e Covid-19: quel che si è fatto, quel che si può fare (intanto, usare la TV)
Tra le vittime del coronavirus c’è la scuola: e il diritto all’istruzione, per molti. Continua a leggere
Tra le vittime del coronavirus c’è la scuola: e il diritto all’istruzione, per molti. Continua a leggere
L’emergenza coronavirus coinvolge anche i nostri emigranti: e incide sulle famiglie transnazionali. Continua a leggere
Il rinvio delle elezioni regionali, insieme a quello del referendum sulla riduzione dei parlamentari, ormai è dato per acquisito. Se ne parlerà in autunno: e qualcuno pensa addirittura alla primavera prossima, con una proroga, del tutto eccezionale, di un anno. È giusto così. Anche riuscendo ad uscire dall’emergenza in qualche settimana – e purtroppo è più un auspicio che una previsione – le elezioni si sarebbero svolte in un contesto che avrebbe falsato la loro dinamica. Continua a leggere
Quale che sia la sua durata, comunque prosegua, alcune cose le sappiamo già con certezza. Non parlo degli aspetti sanitari della vicenda Coronavirus, che tutti ci coinvolge. Parlo degli effetti economici e sociali. Continua a leggere
Prima di quanto immaginiamo, potrebbe essere possibile avere a disposizione cibo (o, almeno, nutrimento) per tutti. Continua a leggere
Non sono solo i luoghi dell’arte, della cultura e del divertimento chiusi, o a scartamento ridotto, le strade quasi deserte (ieri ero a Roma, per l’ultima conferenza dal vivo di questo periodo: meravigliosa senza quasi traffico…). Non è solo che vediamo meno gente. E’ che ci sta proprio cambiando la socialità, questo signore dal nickname innocuo: Covid-19. Ne cambia le forme: ma incidendo profondamente sui suoi contenuti. Continua a leggere
Fosse un romanzo di fantascienza, potrebbe essere esattamente così: come la distopia sociale che stiamo vivendo, l’utopia negativa che stiamo costruendo proprio in questi giorni con le nostre mani. Del resto, è un classico, come topos letterario e cinematografico: il pericolo sconosciuto, le relazioni sociali che di conseguenza diminuiscono, la paura che dilaga in maniera irrazionale, la chiusura nei bunker (ma anche la ricerca del capro espiatorio, il potere concentrato in poche mani, totalitario nelle sue logiche restrittive…). Continua a leggere
Le elezioni regionali sono alle porte. Tutto tranne che impreviste: lo si sa da cinque anni. Ci si aspetterebbe che un partito, la cui principale attività è per l’appunto partecipare alle elezioni (sarebbe bello che facesse anche altro, ma siamo realisti), si preparasse per tempo. Che poi non sarebbe difficile: uno straccio di programma, un (o una) leader pronto a correre. Continua a leggere
Lo stato-nazione è in crisi. Come ogni cosa, vive dei cicli: nasce, cresce, si sviluppa, muore. Anche le istituzioni. Noi ci eravamo abituati a considerarlo eterno: perché in nome dello stato nazione abbiamo vissuto intensamente gli ultimi due secoli, in suo nome si sono prodotte emozioni individuali e collettive che hanno lasciato il segno nel nostro immaginario e nella nostra cultura (letteratura, filosofia, musica, poesia, pittura, cinema: tutto si è mobilitato in suo nome, non solo la politica), in suo nome abbiamo lottato, compiuto sacrifici immani, ucciso. La sua storia si intreccia con la storia stessa della modernità: anche attraverso la sua paradossale universalizzazione. Fino alla nemesi che ci ha portato a inventare una Società delle Nazioni, e poi una Organizzazione delle Nazioni Unite, con lo scopo – non raggiunto, probabilmente irraggiungibile – di mettere pace tra di esse, dopo tanti anni di guerre: prima per instaurare gli stati nazionali, poi per farli combattere tra loro. Continua a leggere
La fortuna della parola identità è relativamente recente. La sua diffusione di massa è in qualche modo il segno di una crisi: è probabilmente dalla fine degli anni ’60 che è giustappunto cominciata ad andare di moda l’espressione “crisi di identità”. Ma è soprattutto nell’ultimo ventennio che si sono moltiplicati libri, saggi e articoli su questo tema: segno che, se prima era semplicemente un dato, col tempo è diventata un problema; se prima era una risposta, in qualche modo autoevidente, col tempo è diventata una domanda senza alcuna precisa risposta, e come tale spesso anche angosciante. Continua a leggere
E’ autore di oltre un centinaio di pubblicazioni in vari paesi e di numerosi articoli e interviste su dibattiti di attualità. Suoi testi sono stati tradotti in varie lingue europee, in arabo e in turco.