Sergio Cofferati: arrivederci e grazie

Premessa 1. In Liguria pare acclarato (attendo conferme o smentite) siano successi fatti non encomiabili e discutibili, avvenuti anche altrove, in altre primarie. Sono i costi e i difetti della democrazia, che come diceva Churchill (lo citano tutti, lo cito anch’io) è il sistema peggiore possibile, ma non ne conosco uno migliore. Per me, molto personalmente, la cosa che mi tornava meno è che la candidata dell’innovazione, che ha poi vinto, fosse sostenuta da alcuni tra i peggiori continuisti del periodo precedente. Continua a leggere

Reload: Gli islamisti

“Non c’è niente di più inedito della carta stampata” (Karl Kraus)

«Il pericolo arriva dal terrorismo diffuso»: un'intervista a Famiglia Cristiana


http://www.famigliacristiana.it/articolo/charlie-hebdo-allievi-il-pericolo-arriva-dal-terrorismo-diffuso.aspx

Allievi: «Il pericolo arriva dal terrorismo diffuso» Continua a leggere

Islam, istruzioni per l'uso. Un'intervista sui fatti di Parigi

http://www.linkiesta.it/islam-italiano
9/01/2015

Islam, istruzioni per l’uso

“È in atto uno scontro all’interno dell’Islam, e le guerre fratricide sono le peggiori”
Intervista a Stefano Allievi di Continua a leggere

Ora che è finita…

Ora che è finita, possiamo cominciare qualche ragionamento su cosa ci ha insegnato, nella sua tragicità, la vicenda cominciata con la strage nella sede di Charlie Hebdo. Continua a leggere

Il ritorno di Oriana Fallaci (e perché è un problema)

Come prevedibile, in molti stanno ricominciando a tirare fuori i testi di Oriana Fallaci, a partire da La rabbia e l’orgoglio, l’articolo sul Corriere della Sera diventato poi un fortunato ed influente best (e long) seller.
Poiché le “verità” di quel testo e dei suoi successivi vengono date oggi per assodate, mi permetto di allegare di seguito la mia modesta risposta a quell’articolo: pubblicata a suo tempo nel volume “La tentazione della guerra” (Zelig, 2001), uscito a caldo e oggi ampiamente esaurito, e ripubblicata nel volume di risposta all’intera trilogia fallaciana (“Niente di personale signora Fallaci”, pubblicato con eguale insuccesso). E lo faccio perché oggi il rischio è che si ripetano, pari pari, gli errori (anche interpretativi) di allora. Che invece sarebbe utile evitare.

So che le mie opinioni sulla Fallaci anti-islamica sono minoritarie. E nulla tolgono alla Fallaci reporter e alla Fallaci scrittrice: che, in altri testi, ho letto e apprezzato. Ma questo è il solo settore in cui posso vantare una competenza specifica, che mi ha fatto leggere il suo testo diversamente (non altrettanto avrei potuto fare con “Un uomo” o con “Lettera a un bambino mai nato”, per dire), e mi ha consentito di commentarlo in dettaglio.

Non credo che sui contenuti della mia risposta, a distanza di vent’anni, cambierei alcunché (sullo stile forse sì). Anche se la scrissi di getto, a mano, su un treno che mi portava da Roma a Milano, subito dopo aver letto il suo articolo sul “Corriere della sera”, e la feci circolare il giorno dopo, via mail, tra alcuni amici, prima che finisse in un libro (allora non c’erano i social network, altrimenti l’avrei fatta circolare almeno lì).

La soddisfazione maggiore la provai anni dopo. Quando, in occasione della creazione del Premio Terzani e del Festival Vicino/Lontano (di cui ero stato chiamato a far parte del comitato scientifico) conobbi Angela Staude: e lei mi disse che suo marito, Tiziano Terzani, aveva letto il mio libro, e ne aveva parlato come dell’analisi più approfondita delle posizioni di Oriana Fallaci che avesse avuto occasione di leggere. Dei miei quattro lettori, contro i milioni di Oriana Fallaci, almeno uno mi ha ripagato dell’impegno…

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Gli anticorpi per fermare il fanatismo

Si può morire anche di satira, se si prende in giro chi ha la vocazione e il modo di pensare del tiranno. Prendere in giro i potenti è sempre pericoloso: figurarsi l’onnipotente, quando ci sono delle persone che si arrogano il diritto di prenderne il posto, come se egli non fosse che un impotente bisognoso di aiuto. Perché questo hanno fatto gli assassini di Parigi: con un peccato di orgoglio che farebbe inorridire qualsiasi autentico credente, si sono messi al posto di Dio. E gridando “Allah è grande”, dicendo di avere “vendicato il Profeta”, hanno reso Dio piccolo piccolo (niente più che una scusa al loro servizio – un servo da utilizzare, invece che un altissimo da venerare), offendendo il Profeta Muhammad assai più dei vignettisti con cui se la sono presa. Continua a leggere

Morire di satira

Ancora oggi. Nel 2015. Nel cuore dell’Europa. Si può morire così: di satira. Come i buffoni di corte, quando il re si stancava di loro. Come chi fa dell’ironia nei confronti di tutti i regimi, quando questi decidono che è il momento: un comico si può facilmente trasformare in eretico, e un eretico in vittima sacrificale. Prendere in giro i potenti è sempre pericoloso: figurarsi l’onnipotente, quando ci sono delle persone che si arrogano il diritto di prenderne il posto, come se egli non fosse che un impotente bisognoso di aiuto. Continua a leggere