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Mai come quest’anno il Natale, oltre che delle tradizioni, ha fatto parte del dibattito pubblico, politico e mediatico: presepi ostentati, forse anche laddove non si erano mai fatti prima (il che può anche essere considerato un positivo segnale di ritorno alle cose che ci danno senso), canti natalizi da parte di politici davanti alle scuole, rivendicazioni pubbliche di fedeltà al Natale… E mai come quest’anno è sembrato che se ne perdesse lo spirito, confrontando la piccolezza di talune polemiche con l’enormità degli eventi: quelli storici che stiamo vivendo e quelli rievocati dal rito. Ma va bene così, perché il Natale è anche segno di contraddizione. Continua a leggere
Montagna ha tanti significati. Una radice immediata, derivata da man, che significa sporgere. Secondo altri la stessa etimologia di munio, fortifico: è infatti la fortezza naturale che ripara, e che costituisce riparo, luogo di fuga, posto dove nascondersi, base per le proprie azioni di disturbo, come nel brigantaggio o nella resistenza. Continua a leggere
Programma Corso di Sociologia
Anno accademico 2016-2017 Continua a leggere
Il fatto, in sé, non è stato una tragedia: la bomba carta alla moschea dei bengalesi di via Jacopo da Montagnana, al quartiere Arcella di Padova, non ha fatto troppi danni. Ma il messaggio intimidatorio, pur in assenza di una rivendicazione, è arrivato. Continua a leggere
Ieri ho scritto un articolo sul caso di Cloe, il professore di un istituto di San Donà che si è presentato a scuola vestito da donna. Continua a leggere
La scelta di creare il caso c’era tutta, e la volontà di provocare in fondo anche, nella scelta dell’insegnante Luca Bianco di diventare, pubblicamente, Cloe: il cambio da un giorno all’altro dei vestiti, il look sopra le righe, la modalità non concordata, il momento scelto (durante l’anno scolastico anziché durante le vacanze, per iniziare direttamente in modo diverso). Continua a leggere
“Bombardiamoli tutti!” Il grido di battaglia si eleva roboante tra un talk show e un’intervista, pur sempre in poltrona.
Tutti chi, di grazia? I guerriglieri? I terroristi? O, come sta succedendo, i civili innocenti che hanno già la disgrazia di vivere sotto il tallone di ferro dell’IS (i bambini nelle scuole, gli ospedali, magari)?
Alleati di chi, poi? Della Russia che sconfina in Turchia per tutelare Assad o della Turchia che abbatte direttamente i jet russi? Dell’Arabia Saudita nostro alleato in loco che finanzia tutti coloro che massacrano gli sciiti, IS incluso, o dell’Iran che gli sciiti li protegge? Di Israele che sulla questione ha una posizione più che ambigua o della Siria, intesa come governo, che continua a massacrare i sui stessi abitanti? Così, per sapere…
Ai Salvini, alle Meloni e alle Santanché, che sono tra quelli che si agitano di più in favore della partecipazione dell’Italia alla guerra, accusando il governo di mollezza, ricordo solo questo: che l’intervento che l’Italia non ha iniziato, e che ha solo tardivamente e svogliatamente appoggiato, nei confronti della Libia, ha prodotto come risultato il crollo di uno stato, la morte di migliaia di persone e l’impoverimento di un paese (un altro…), la guerra per bande, la criminalità che si butta sul lucroso mercato del traffico di esseri umani e, per l’appunto, centinaia di migliaia di sbarchi… Ma non eravate voi quelli contro gli immigrati? Poi ci sono le altre, di motivazioni, per essere contro: quelle solite – quelle normali…
Tra tanti interventisti all’amatriciana, in mezzo a troppi guerriglieri da salotto televisivo (in cravatta come in felpa o in tailleur: nessuno e nessuna mai li vedremo in mimetica…), temo di aver ascoltato parole pesate e pensate, in questi giorni, sulle prospettive di un’ipotetica guerra, solo da due leader politici: Renzi e Di Maio.
Il che è consolante in termini di politica estera: sono il capo del governo e il leader di fatto del principale partito di opposizione, e insiema rappresentano due terzi della politica italiana.
E, forse, è un po’ preoccupante in termini di politica interna, alla luce dei sondaggi più recenti…
E’ autore di oltre un centinaio di pubblicazioni in vari paesi e di numerosi articoli e interviste su dibattiti di attualità. Suoi testi sono stati tradotti in varie lingue europee, in arabo e in turco.