Nordest: Prospettiva 2018. Un diverso atteggiamento culturale verso il nuovo

Pro-spicere: guardare davanti a sé. Quale è la prospettiva 2018 per l’economia e la società del Nordest? In quale direzione guardare (sottinteso: per poi provare ad andarci davvero)? Continua a leggere

La scelta di Alessandro Naccarato

Proprio perché ci hanno spesso lealmente divisi opinioni politiche e scelte strategiche, pur all’interno di un quadro di valori condiviso e di un rispetto personale che non è mai venuto meno, non suonerà come piaggeria il pubblico riconoscimento che sono felice di testimoniare nei confronti dell’on. Naccarato: per come ha svolto il suo mandato e il suo impegno politico, e per la scelta coerente di considerarlo un impegno a termine. Continua a leggere

Più lavoro: ma quale?

A novembre gli occupati hanno superato la soglia dei 23 milioni. Pur in presenza di tassi di disoccupazione ancora molto elevati, si tratta di un record storico: in termini assoluti è la cifra più alta dal 1977, da quando cioè l’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, ha cominciato a rilevare sistematicamente i dati sull’occupazione (allora erano poco più di 19 milioni e mezzo). In Veneto la tendenza è analoga, con la rilevante differenza che si parte da numeri migliori (la disoccupazione è poco sotto il 6% contro un 11% medio nazionale). Anche il tasso di occupazione (la percentuale di occupati sul totale della popolazione) – pur molto più basso di quello di molti paesi europei nostri concorrenti – è il più alto mai raggiunto in Italia: il 58,4%. Continua a leggere

Contro i season’s greetings

Con l’arrivo del Natale si ripete, inevitabile, e bello, il rituale degli auguri. Augurare significa trarre auspici: l’àugure era il sacerdote che, presso i Romani, leggendo i segni della natura o interpretando i sogni, prediceva il futuro. E un rituale è qualcosa di importante: perché sacralizza il tempo, lo carica di contenuto emozionale e, poiché è condiviso, rafforza le relazioni sociali, collocandole dentro a una storia ciclica, che si ripete, e che ha un significato, quale che sia. Vale per le feste civili e nazionali, per i compleanni e gli anniversari familiari, le celebrazioni di personaggi o momenti rilevanti del passato – e a maggior ragione per le feste religiose. Continua a leggere

Perché gli immigrati se ne vanno

I dati ufficiali sulle presenze di stranieri in Veneto, riproposti dal Dossier statistico sull’immigrazione del 2017, parlano di 485.477 immigrati, quasi il 10% della popolazione: più della media nazionale (8,3%), meno di quella del Nord-Est (10,4%). Il Veneto è la quarta regione per numero di immigrati, dopo Lombardia, Lazio e Emilia-Romagna. Ai regolari bisogna aggiungere una quota non facilmente stimabile di irregolari, tali per diversi motivi: giunti come tali, trattenutisi oltre la durata del visto, inottemperanti ai provvedimenti di espulsione, o infine non riconosciuti aventi titolo di richiedenti asilo, ma rimasti in regione. Continua a leggere

La marcia dei profughi: le responsabilità della politica

Alla fine la situazione potrebbero aiutare a risolverla proprio loro, i diretti interessati: i richiedenti asilo. Continua a leggere

La rivoluzione (digitale) permanente non è un pranzo di gala…

Ci eravamo abituati a pensare che la rivoluzione fosse una cosa che succede, che ha delle conseguenze dirompenti, e poi finisce: come le rivoluzioni politiche, che attraverso un brusco rivolgimento dell’ordine sociale mutano radicalmente gli equilibri di una società, facendole cambiare direzione. Come la rivoluzione francese o quella di ottobre, di cui abbiamo appena celebrato il centenario. Continua a leggere

Quando i politici giocano all'antipolitica. La giunta veneta e lo sciopero dei medici

Lo sciopero dei medici di famiglia è un esempio interessante di appropriazione del linguaggio dell’antipolitica da parte dei politici. E non parliamo tanto del merito della questione che mette in contrapposizione sindacati dei medici e regione, ma del metodo di lotta utilizzato. Mentre i medici adottano un tradizionale mezzo di lotta sindacale, ancorché del tutto atipico per la categoria, come lo sciopero delle prestazioni (mantenendo quelle urgenti), la regione ha risposto usando gli argomenti tipici della rabbia populista: quelli della lotta contro presunti intollerabili privilegi, in modo da sollevare un’ondata di indignazione popolare. Continua a leggere

I cortocircuiti dell'autonomia

La discussione sui contenuti dell’autonomia avrebbe dovuto logicamente precedere il referendum. Di questo avremmo discutere in campagna elettorale, visto che la maggioranza dei partiti aveva già espresso il suo sì, confermato nelle urne dall’elettorato: su quali materie chiedere più autonomia, con quali vantaggi da acquisire e quali prezzi da pagare nei rispettivi settori e competenze. Ma è proprio quello che si voleva evitare: per un preciso disegno strategico da parte delle forze politiche di maggioranza (che perseguivano l’ottenimento del dividendo politico del sì al referendum, e non avevano alcun interesse ad andare troppo nel dettaglio, cosa che peraltro avrebbero avuto difficoltà a fare); e per insipienza e inconsapevolezza di quelle di opposizione (che non hanno mai nemmeno cominciato ad articolare una loro strategia su quale autonomia volevano, e come si differenziava da quella voluta dalla Lega). Continua a leggere

Halloween, le tradizioni e la rimozione della morte

E’ improbabile che vestire da angioletti una manciata di bambini in processione per le vie della città (come accaduto per opera di un gruppo di genitori in una parrocchia a Treviso) possa intaccare – nella mente di quegli stessi bambini, figuriamoci degli altri – il desiderio peccaminoso di festeggiare Halloween. Continua a leggere