Il Nordest che vuole ripartire

Partire è andarsene, allontanarsi verso una nuova destinazione. Ma anche cominciare, iniziare una nuova avventura. Armi e bagagli, come si dice. E infatti una volta le occasioni per partire erano date, spesso, oltre che dalla ricerca di cibo, dalle guerre, poi dalla febbre delle scoperte geografiche (sorretta da una concretissima brama di risorse), dalle avventure coloniali, dalla ricerca di merci preziose prima, e di nuovi mercati poi (a cui la Serenissima deve molto del suo florido passato), fino alle migrazioni, che hanno accompagnato tutta la storia, anche di questa area del mondo, e continuano a farlo, con rinnovata forza proprio negli anni e mesi più recenti, e che tutto ci dice che aumenteranno ulteriormente. Continua a leggere

Città aperte, quartieri chiusi: muri, confini, attraversamenti, incroci

Un confine ha una doppia funzione: separa, ma al contempo unisce. Un’ambiguità che sta nella sua stessa etimologia: cum-finis, la fine che abbiamo in comune con gli altri, l’ostacolo che è necessario per poter essere superato. Non a caso le zone di confine sono anche zone di attraversamenti, di identità linguistiche e culturali comuni, di complicità e di contrabbando. Continua a leggere

Aborto e obiezione di coscienza. Oltre l'ideologia.

Il concorso per l’assunzione di due medici non obiettori all’ospedale San Camillo di Roma (e, in Veneto, quelli per l’assunzione di biologi non obiettori) ha riaperto la discussione sull’obiezione di coscienza e l’applicazione della legge 194. Ed è un bene. Continua a leggere

Il segretario rampante, la scissione inesistente, il partito dimezzato

Il quadro interpretativo offerto dalle vicende del Partito Democratico, a livello nazionale, potrebbe essere uscito da un esperimento di scrittura automatica o da un film surrealista, in cui si susseguono azioni e immagini in sé magari anche interessanti, ma senza che si riesca veramente a capirne il filo logico e individuare una trama coerente e comprensibile. Continua a leggere

"Prima i Veneti" negli asili: una legge stupida e controproducente, non solo discriminatoria

Chiediamocelo ad alta voce: la norma che dà la precedenza ai residenti in Veneto da almeno quindici anni per l’ingresso negli asili pubblici, di chi parla esattamente? Di stranieri, o dei veneti di oggi e di domani? Bisogna essere onesti, su questo: perché se si vuole vivere in splendido isolamento, lo si dichiari e si sia conseguenti. E si dica: tutto ciò che è pubblico deve andare in priorità ai veneti. Oggi gli asili. Domani le case popolari, il sovrapprezzo sul ticket sanitario per i foresti, le tasse universitarie differenziate, l’ingresso ai musei scontato per gli indigeni, l’esclusiva sui posti nel pubblico impiego, e naturalmente per quelli di consigliere regionale che vota le leggi contro i foresti medesimi, così il cerchio si chiude. Perché “prima i Veneti”. Perché il Veneto si basta, ed è felice di praticare in varie forme la sua idea di onanismo identitario. E’ quello che si voleva far passare con la norma sulla lingua veneta obbligatoria, nel suo progetto originario (che prevedeva il requisito della conoscenza del veneto anche per le assunzioni nella pubblica amministrazione). Oggi si fa un passo ulteriore. Continua a leggere

Imparare a lavorare, lavorare a imparare

Il dibattito sull’alternanza tra scuola e lavoro, se si limita a una discussione sui modi in cui viene proposta, rischia di perdere di vista l’essenziale. E l’essenziale dovrebbe essere una rivoluzione nel modo di concepire la scuola, non una polemica su elementi marginali. Continua a leggere

Europa e migranti: la mobilità come fattore di trasformazione

La storia è storia di migrazioni. E comincia da lontano: nella preistoria. Quando in seguito a profonde mutazioni climatiche e ambientali, che causarono la scomparsa di specie vegetali e lo spostamento di alcune specie animali, nel Pleistocene, iniziarono i primi significativi movimenti migratori dei nostri antenati. Un processo che, da allora, non si è più interrotto. Ha cambiato spesso caratteristiche, dimensioni, entità, scopo, ma, come fenomeno, ha accompagnato la storia e l’evoluzione dell’umanità: l’uomo è un essere che cammina – homo viator, in molti sensi (se facciamo pari a 24 ore la storia dell’uomo sulla terra, ha vissuto qualcosa come 23 ore e 55 minuti come nomade, in tribù cacciatrici e raccoglitrici, e solo 5 minuti da sedentarizzato). Continua a leggere

Il partigiano e la figlia del podestà: riconciliazione e giustizia

La storia dell’incontro tra Valentino Bortoloso e Anna Vescovi, pubblicata nei giorni scorsi su questo giornale, merita di prenderci più di qualche minuto di distratta lettura, per aprirci a una riflessione più profonda. Continua a leggere

Programma "Pluralismo sociale e conflitti culturali" a.a. 2016-2017

Non sono richiesti particolari prerequisiti.
Una conoscenza di base dei fondamentali della sociologia costituisce un elemento facilitante per la comprensione del corso.
Obiettivo del corso è mettere in luce le interconnessioni tra fenomeni spesso analizzati separatamente, ma che insieme producono alcune delle più significative trasformazioni in atto nel paesaggio sociale e culturale dell’occidente.
I fenomeni presi in esame sono quelli della globalizzazione, delle migrazioni, e, in particolare, della progressiva pluralizzazione culturale delle nostre società. Nell’ambito di questo corso se ne studieranno i principali effetti, con particolare attenzione alla sfera della comunicazione tra culture.
L’esame è orale. E’ possibile portare elaborati relativi alle esercitazioni consigliate.
La valutazione sarà basata sulle conoscenze acquisite, e sulle capacità di ragionamento e collegamento di fenomeni diversi all’interno di un quadro interpretativo complesso, come delineato attraverso la lettura dei testi e durante le lezioni.
Una prima parte introduttiva sarà costituita dall’analisi delle parole chiave che compongono il titolo del corso: società, cultura/e, pluralità culturale, conflitto. Globalizzazione, mobilità, insicurezza, saranno alcune tra le altre parole di cui si proporrà un approfondimento.
Si passerà poi ad una analisi dettagliata delle migrazioni in Italia e delle loro conseguenze, sulla base del testo di Allievi e Dalla Zuanna indicato di seguito.
Il principale case-study di riferimento, in tema di conflitto tra culture – tra quelli più presenti come elemento di dibattito nella sfera pubblica – sarà quello della presenza dell’islam in Europa, che consente un approccio empirico particolarmente esplicativo di vari fenomeni di incontro tra culture, di trasformazione e di comunicazione culturale, ma anche di rifiuto, di incomprensione e di scontro. Esso sarà analizzato attraverso esempi di conflitto culturale e casi empirici, tratti dalla situazione europea e italiana.
La parte finale del corso sarà dedicata alla ricapitolazione di alcuni temi chiave dell’incontro tra culture, anche attraverso il confronto diacronico con altre società. Ciò consentirà una ridefinizione di alcune parole chiave cruciali per comprendere le trasformazioni culturali odierne, con qualche proposta operativa di diversa comprensione del rapporto tra culture e dei suoi effetti.
Questo consentirà di proporre alcune linee guida per uno sguardo contemporaneo sulla pluralità culturale e le sue conseguenze.
L’insegnamento è basato su lezioni frontali, con l’ausilio occasionale di supporti informatici, la possibile utilizzazione di interventi esterni, e la discussione in aula.
Come riferimento manualistico, si utilizzerà il testo di Vittorio Cotesta indicato di seguito:
– Vittorio Cotesta, Sociologia dei conflitti etnici, Laterza, 2009 (esclusa parte quinta)
Esso, in particolare, sarà il principale riferimento per gli studenti non frequentanti. Mentre nelle lezioni frontali si utilizzeranno anche altri apporti teorici e di analisi.
Una parte cospicua del corso è indirizzata all’analisi di casi concreti di conflitto che hanno a che fare con la questione dell’immigrazione, e in particolare con la presenza dell’islam in Europa. Per analizzarli, occorre portare un breve testo introduttivo al tema dell’immigrazione, e un testo di analisi di un conflitto culturale legato allo specifico dell’islam.
Testo obbligatorio sull’immigrazione:
– Stefano Allievi, Gianpiero Dalla Zuanna, Tutto quello che non vi hanno mai detto sull’immigrazione, Laterza, 2016
Testo obbligatorio di analisi di un conflitto culturale:
– Stefano Allievi, Il burkini come metafora, Castelvecchi, 2017
Gli studenti frequentanti dovranno poi elaborare l’analisi di un caso di conflitto relativo all’immigrazione o all’islam in Europa, e le relative riflessioni in merito, da concordarsi con il docente. Tale elaborazione potrà essere fatta attraverso forme di ricerca e di analisi differenziate (ad esempio osservazione partecipante, interviste o altre forme di sperimentazione sociale sul tema in oggetto), che potranno essere concordate, singolarmente o in gruppo, con il docente. Oppure, a scelta, potranno portare il programma per non frequentanti.
Gli studenti non frequentanti dovranno portare obbligatoriamente anche un testo a scelta tra i seguenti:
– Stefano Allievi, Conversioni: verso un nuovo modo di credere? Europa, pluralismo, islam, Guida Editori, 2017
– Maria Bombardieri, Moschee d’Italia, EMI, 2011
– Francesco Cerchiaro, Amori e confini. Le coppie miste tra islam, educazione dei figli e vita quotidiana, Guida Editori, 2016
  • Cotesta, Vittorio, Sociologia dei conflitti etnici. Razzismo, immigrazione e società multiculturale. Roma: Laterza, 2009.
  • Allievi, Stefano; Dalla Zuanna, Gianpiero, Tutto quello che non vi hanno mai detto sull’immigrazione. Roma: Laterza, 2016.
  • Allievi, Stefano, Il burkini come metafora. Roma: Castelvecchi, 2017.

Un patto per (e con) l'islam italiano

Dire islam in Italia, oggi, significa parlare di una comunità di circa un milione e seicentomila persone. Una parte significativa sono immigrati di prima generazione: arrivati in Italia, alcuni negli ultimi tempi, ma in gran parte anche da venti o trent’anni. Molti, sempre di più, sono nati in Italia o arrivati molto piccoli, e scolarizzati interamente nel nostro paese insieme ai nostri figli: e in gran parte sono già o diventeranno cittadini italiani. Infine, c’è un gruppo significativo di persone che erano italiani prima ancora di diventare musulmani: i convertiti. Continua a leggere