Se Salvini fosse premier (e Zaia governatore): che farebbero con i profughi?

Le polemiche sui profughi sono un male di stagione, come l’influenza. D’estate sono più frequenti perché maggiori, grazie alle condizioni atmosferiche favorevoli, sono gli arrivi. E hanno un andamento ciclico. Perché ciclici ed endemici sono i problemi del mondo. Non si sa bene quando e dove sarà il prossimo focolaio, ma sappiamo che ci sarà: perché la fame, la guerra, la povertà non le ha ancora sconfitte nessuno. E talvolta il proverbiale battito d’ali che produce l’uragano in Africa o in Medio Oriente ha le sue origini, o qualcuna delle sue cause, anche in Occidente. Continua a leggere

Alle urne per r-innovare

Il Veneto politico è fermo. Non così quello imprenditoriale, che ha ricominciato da tempo ad esportare, ed ora anche ad assumere, e nei suoi settori di punta non smette di innovare. Non così quello sociale: che in alcuni ambiti di rilievo cerca di ripensare il proprio approccio, anche se resta sempre mediamente poco attrezzato per fare rete e sistema (ciò che vale anche per i corpi intermedi e le istituzioni, dalle università alle fiere). Il Veneto politico no. Così fermo, così poco stimolante – anche in questa mesta campagna elettorale, così priva di emozioni – che è facile prevedere una aumento significativo dell’astensione: un dato tendenziale nazionale, che in Veneto potrebbe essere persino più marcato. Continua a leggere

Il mio voto di domenica: Alessandra Moretti, PD, facce nuove

Domenica voterò. Perché è giusto farlo. Perché la logica dell’astensionismo, che tanto è tutto uguale, non mi appartiene. E voterò Partito Democratico. Di fronte al non governo di Zaia e della Lega, di fronte al tran tran amministrativo contrabbandato per innovazione, al continuismo spacciato come proposta politica, e al nulla culturale con cui è stata desertificata questa regione, sempre più spinta verso una chiusura in se stessa che non è intimismo o riflessione (magari!) ma contemplazione del proprio ombelico, non posso desiderare altro che un cambiamento. Continua a leggere

Lo scandalo Mose e la disfatta morale di una regione

Lo scandalo Mose è stato tra quelli più significativi della storia repubblicana. Almeno 60 milioni di euro solo in tangenti. A cui va aggiunta la lievitazione dei costi per la sovrafatturazione e per acquisire lavori a prezzi non di mercato. E infine una montagna di sponsorizzazioni e contributi a pioggia, al solo scopo di creare un clima favorevole al progetto, e di comprarsi il consenso. Una grande caritatevole mamma dalla cui mano benigna, impersonata dalla figura austera dell’imprenditore Mazzacurati, si sono nutriti tutti: dai politici alle iniziative culturali, dalle associazioni sportive alla curia arcivescovile. Una cifra così imponente che per sperperarla “non basta essere voraci. Bisogna sentirsi onnipotenti”. Continua a leggere

Il Papa, la CEI e il cattolicesimo veneto

Al vertice della chiesa cattolica abbiamo oggi un papa inusuale per stile e contenuti, che esprime solidarietà agli immigrati e a chi li accoglie, si mescola agli operai, telefona a studenti disoccupati e ragazze madri, si fa intervistare da giornali cattolici e laici parlando di poveri, omosessuali, donne, divorzio, e anche di se stesso e del proprio percorso di fede. Ma la novità va oltre la figura del pontefice. Coinvolge la politica. E coinvolge la chiesa. Continua a leggere

Tutti i volti dell'islam italiano: fisiologia di una presenza

L’altro ieri, su questo giornale, in due sole pagine si trovavano tre notizie differenti concernenti l’islam in Veneto: la chiusura del padiglione islandese alla biennale, che di una chiesa aveva fatto una moschea; l’apertura di un albergo halal – che rispetta le norme alimentari e di costume islamiche – ad Abano; l’espulsione dal Nordest di due supposti simpatizzanti dell’Isis. Notizie diverse, che mostrano alcuni dei molti volti dell’islam: quello dell’integrazione sostanziale, e quello della percezione conflittuale; quello della normalizzazione e dell’accoglienza, e addirittura dell’occasione di business, e quello dell’eccezionalismo, del sospetto, del fanatismo. Eppure fanno parte della medesima tendenza globale: quella che porta le culture, e le religioni, a mischiarsi sempre di più, perché così come si muovono, sempre più spesso e più velocemente, informazioni, merci e denaro, così si muovono anche – con qualche barriera in più – le persone, e le culture e religioni di cui sono portatrici. Non sta per accadere: è già accaduto. Solo che se di alcune conseguenze abbiamo cominciato a prendere atto da tempo, di altre stentiamo a renderci conto, o semplicemente non vogliamo. Continua a leggere

#Padova #Bitonci #profughi e dintorni

La notizia non sono le manifestazioni contrapposte annunciate, una delle quali poi ‘rinunciata’. La notizia è la motivazione, la causa scatenante. Che vale la pena ricordare. Continua a leggere

La Consulta e le pensioni: quando il diritto produce ingiustizia

Ci sono casi il cui il diritto rischia di fare a pugni con la giustizia: e con l’equità, che ne è una sua dimensione fondamentale. La sentenza della consulta che ha bocciato il blocco della rivalutazione delle pensioni è uno di questi. Continua a leggere

Profughi: che fare?

Certo, l’Europa dovrebbe fare molto di più. Senza dimenticare tuttavia che – è vero – l’Italia ha l’onere della prima ricezione dei profughi, ma è tra i paesi che, di rifugiati politici, ne accoglie meno. Con l’aumento dei fondi a disposizione per la missione Triton e l’invio di navi, un timido segnale di cambiamento dall’Europa è stato dato, ma è ancora troppo poco. Continua a leggere

Se l'antipolitica la crea la politica. Il consiglio regionale veneto non lavora, ma è pagato

L’antipolitica è servita su un piatto d’argento: dalla politica. In un fine legislatura che assomiglia assai più a un decadente fine impero, la regione Veneto chiude i battenti nella maniera più ingloriosa, per una commistione perversa di ineluttabilità burocratica e di pervicace volontà di farsi male. Il tutto senza nemmeno bisogno di evocare la categoria dello scandalo: che, in un certo senso, non c’è – ma solo per chi continua a confondere la lettera con lo spirito della legge. Continua a leggere