Autonomia: la prova della maturità
Hanno vinto tutti. E avrebbero vinto tutti in ogni caso. Come noto, non c’era possibilità di perdere: il risultato era scontato dall’inizio. Continua a leggere
Hanno vinto tutti. E avrebbero vinto tutti in ogni caso. Come noto, non c’era possibilità di perdere: il risultato era scontato dall’inizio. Continua a leggere
Siamo tutti per l’autonomia. E tutti ne vorremmo di più: per noi stessi, per i nostri figli, che educhiamo (o almeno diciamo di farlo) a questo scopo. E vorremmo che ne mostrassero di più anche i nostri collaboratori: salvo alzare il sopracciglio preoccupati, e reagire, se, ai nostri occhi, cominciano ad esagerare… Continua a leggere
Il Veneto in cammino, letteralmente. In viaggio, per strada, lungo un percorso difficile. E’ quello del distretto delle calzature: delle scarpe di lusso della Riviera del Brenta e della scarpa sportiva di Montebelluna. Eccellenze venete: i cui ingredienti sono elevata qualità, grande competenza artigiana, estro creativo e anche artistico, innovazione tecnologica, indubbia efficienza, anello fondamentale di una catena produttiva globale di eccezionale importanza, produzione e distribuzione di ricchezze sul territorio, ricadute economiche fondamentali anche per le filiere collegate. Tutto bene, quindi. Il Veneto è riuscito a fare le scarpe a molti: nel senso di superarli, di fare meglio. E c’è da esserne orgogliosi. Ma rimanendo un po’ in ombra, in un certo senso: con l’orgoglio artigiano di chi ha la consapevolezza di saper fare il proprio mestiere meglio di altri, sapendo che chi vuole un prodotto di livello non può che venire qui, con grandi connessioni internazionali, ma accettando di non splendere di luce propria, in una condizione di centralità produttiva e marginalità di immagine, se non come territorio, come distretto appunto. Continua a leggere
Generalizzare è intollerabile, ma ignorare sarebbe ingenuo. Le inchieste su abilitazioni e concorsi universitari lottizzati mettono in luce un malcostume indifendibile, certo, ma anche dei problemi strutturali, che vanno analizzati. Continua a leggere
Secessione significa separazione, defezione, ritiro, allontanamento. Presuppone qualcosa di unito, che si spezza. Senza voler mettere sullo stesso piano fenomeni diversi tra loro, per forma e sostanza, è la cronaca tuttavia a porci sotto gli occhi, negli stessi giorni, Sappada e la Catalunia, Mestre/Venezia e il referendum del lombardo-veneto, Belluno e la Brexit. Fenomeni diversi: che appartengono tuttavia alla medesima specie – che raccoglie e ingloba tutto ciò che spinge a una coazione centrifuga sempre più diffusa, e non solo in geopolitica. Continua a leggere
La vicenda del sequestro dei conti della Lega ha del paradossale. I reati contestati sono gravi: dall’appropriazione indebita alla truffa aggravata ai danni dello Stato (si tratta di soldi pubblici, derivati dai rimborsi elettorali, non di proprietà del partito), alla cui origine ci sono le malversazioni del tesoriere Belsito, e l’uso disinvolto a fini personali di quello stesso pubblico denaro da parte della famiglia Bossi. Ma il sequestro dei conti anche delle incolpevoli federazioni locali della Lega disposto dal Tribunale di Genova suona – alle orecchie di chi non è un tecnico del diritto – come un’azione sproporzionata. Continua a leggere
Nel mondo dei qualsiasi, Lecce, Manni, 2016
Una raccolta poetica molto unitaria, che in un lungo dialogo con sé e con gli altri apre a uno sguardo pieno di comprensione sulla vita e il mondo dei qualsiasi.
Dove la poesia diventa una lingua in più, più consapevole di altre, con cui comunicare; narrazione distillata, che scava fino alle radici; disciplina, metodo di comprensione e forma di ricchezza da condividere. Al servizio della parola. Senza pretese su di essa.
Link al sito della casa editrice.
“Appena adesso sono in grado di esprimerle il più vivo interesse per la sua poesia di serena e melanconica riflessione sulle successive vicende della sua vita, che diventa lezione esemplare. Tanto ricordo rimane sicuro e invita il lettore a ripensare a se stesso e la vita.”
Giorgio Bárberi Squarotti
“I versi brevi, lo stile paratattico, la lingua consapevole del sostrato colto eppure quotidiana, fanno della sua scrittura uno strumento di indagine del circostante – microcosmo o mondo che sia – necessario e efficace: «mondo dei qualsiasi» appunto, realtà o apparenza che ci appartiene o a cui apparteniamo tutti.”
Isabella Panfido
Recensione di Isabella Panfido
Un commento di Giorgio Bárberi Squarotti
L’Immaginazione, n. 300, p. 43
Ci si può davvero preparare al lavoro? Può, il mondo del lavoro, semplicemente trovare persone da inserire nei ruoli predisposti? Sempre meno. La cosa è stata possibile finché i lavori sono rimasti, dal punto di vista tecnico, molto simili. Per migliaia di anni l’aratro ha subito solo modeste variazioni. Poi, ogni tanto, arrivava un’innovazione rivoluzionaria: attaccarlo a un paio di buoi, o passare dal legno al ferro. In questi casi, la trasmissione generazionale e l’apprendimento attraverso l’esempio e la pratica erano sufficienti a inserirsi nel lavoro. E non valeva solo per l’agricoltura, ma anche per l’artigianato e il commercio, appresi a bottega (e trasmessi facilmente di padre in figlio anche perché casa e bottega erano lo stesso luogo fisico). Già dalla prima rivoluzione industriale le cose sono cambiate. Tanto più in quelle successive, per arrivare ad oggi, in cui sappiamo con certezza che la maggior parte dei lavori che faranno i nostri figli, al momento in cui li iscriviamo a scuola, semplicemente non esistono ancora. Continua a leggere
Di fronte a un rubinetto aperto, pretendere di fermarne il flusso a metà della caduta è illusorio: per un po’ ci si può anche riuscire, ma solo deviando l’acqua altrove, e alla lunga non è risolutivo. Continua a leggere
Leggo che l’ANPI ha chiesto e ottenuto la cancellazione di un concerto di Povia a Trezzano sul Naviglio, organizzato da una associazione privata, una parrocchia. Magari è lecito domandarsi perché una parrocchia decida di organizzarlo, ma non altro. L’unico soggetto a cui attribuirei titolo per contestare la scelta, al massimo, è il consiglio pastorale: sempre che non l’abbia direttamente approvata. Nel qual caso la palla passerebbe ai parrocchiani. E lì si fermerebbe. Continua a leggere
E’ autore di oltre un centinaio di pubblicazioni in vari paesi e di numerosi articoli e interviste su dibattiti di attualità. Suoi testi sono stati tradotti in varie lingue europee, in arabo e in turco.