Le lezioni di una sconfitta

C’erano dei problemi? C’erano.
L’onda lunga internazionale, la paura, la rabbia, l’insicurezza, il senso di rivalsa – più che di rivolta – almeno verbale nei confronti del potere, qualunque fosse, giocavano contro la vittoria del Sì. Brexit, Trump… Continua a leggere

Comunque vada…

Oggi si vota per cambiare la costituzione, o per decidere di non farlo. Il nocciolo della questione è tutto qui: e la palla – in forma di scheda elettorale – è in mano agli elettori. Continua a leggere

Referendum: cambiare si può

Non esistono ottime riforme. Forse non esistono nemmeno riforme buone. Esistono riforme che migliorano: che ri-formano, che danno nuova forma appunto, a ciò che conosciamo.
Perché ciò che conosciamo, perché noi tutti, perché qualunque cosa e qualunque persona, ha bisogno di cambiamenti, anzi vive di cambiamenti: la stasi, infatti, è la morte. Continua a leggere

Referendum costituzionale: le ragioni per cambiare

Non esistono ottime riforme. Forse non esistono nemmeno riforme buone. Esistono riforme che migliorano: che ri-formano, che danno nuova forma appunto, a ciò che conosciamo.
Perché ciò che conosciamo, perché noi tutti, perché qualunque cosa e qualunque persona, ha bisogno di cambiamenti, anzi vive di cambiamenti: la stasi, infatti, è la morte.
Aggiornare, cambiare qualcosa: vuol dire semplicemente vivere, crescere.
Pensate alle vostre coppie e alle famiglie. Il patto sociale cambia continuamente. Non accettare di cambiare vuol dire non crescere, non accettare la responsabilità di essere adulti. Continua a leggere

Ancora sul bilinguismo in Veneto: la lettera di un sindaco, la mia risposta

A seguito di un mio editoriale sulla proposta di legge sul bilinguismo (che si trova qui), ho ricevuto la lettera di uno dei promotori del progetto, il sindaco di Santa Maria di Piave Riccardo Szumski. Di seguito, il testo della lettera e la risposta che il giornale mi ha chiesto.
Gentilissimo signor Allievi,
nessuna presunzione da parte di Santa Lucia di Piave ne mia di dettere L’ agenda a chicchessia. Il sostegno al PdL 116 con il numero di abitanti minimo previsto dalla legge e invece un tentativo previsto dalla legge,l’ennesimo , di portare al centro del dibattito la questione del Veneto. Continua a leggere

Veneto: La follia del bilinguismo per legge

Premessa. Il veneto, inteso come lingua, lo si tramanda di padre in figlio, e anche da padre non veneto a figlio nato in Veneto: a testimonianza del fatto che è una lingua forte, come ci insegnano glottologi e linguisti – il dialetto percentualmente più diffuso in Italia. Già questo dovrebbe insegnarci qualcosa: se si tramanda anche ai nuovi venuti, e a differenza di altri è parlato non solo dai ceti popolari ma anche dalle classi colte, pur senza essere insegnato a scuola, è perché non ne ha bisogno. A che serve allora un patentino veneto e una legge sul bilinguismo? Passi per il doppio nome sui cartelli dei comuni (che già non serve a molto, ma a volte è sufficiente a spostare qualche voto). Ma se si dovesse mettere in questione insegnamento, pubblica amministrazione, lingua veneta negli atti pubblici, riserva di posti di lavoro nel pubblico impiego, telegiornali e quant’altro, oltre a coprirci di ridicolo ci creeremmo problemi a non finire. E, incidentalmente, introdurremmo una discriminazione nei confronti dei non venetizzati (non solo gli immigrati, pure il dieci per cento della popolazione, ma i moltissimi residenti provenienti da altre regioni, e persino i veneti che il veneto non lo parlano e non lo vogliono parlare, che esistono, sono molti, e rischierebbero di diventare a loro volta una minoranza da tutelare). Continua a leggere

Trasformazione, innovazione, competizione: come cambia il loro significato

“Siamo in un’età di transizione. Come sempre”. Lo scriveva Ennio Flaiano, ironizzando sulla pretesa di essere sempre in tempi nuovi. E tuttavia chi opera nei mercati, chi ha a che fare con le tecnologie (e i cambiamenti che implicano: non solo in termini di processi di produzione e di novità di prodotto, ma di organizzazione del lavoro e della vita, e persino di mentalità), e pure chi si limita a osservare il mondo da semplice spettatore e consumatore, non può accontentarsi di questa constatazione. L’accelerazione del cambiamento è tale da avere ormai valore qualitativo, non solo quantitativo: non determina solo il plus di alcuni indicatori (e il minus di altri); ci mostra un altro mondo, una diversa realtà. La trasformazione, parola interpretativa chiave dell’oggi, è davvero in atto. Ed è bidirezionale nelle sue conseguenze. Gli uomini trasformano i processi di produzione, il mondo intorno a sé, e da questo sono trasformati. In senso letterale: dando nuova forma – alle cose, e alle persone. Continua a leggere

Le fragilità del decisionista: la caduta di Bitonci

Bitonci è caduto. Non per merito delle opposizioni: ha fatto tutto da solo, creandosi uno ad uno i nemici interni che l’hanno rovinosamente buttato giù dalla poltrona di primo cittadino. Senza nemmeno arrivare a metà mandato. E partendo da un’investitura elettorale fortissima, che rendeva l’opposizione poco più che un atto dovuto. Continua a leggere

In memoriam Leonard Cohen

When a poet dies, the world discovers itself poorer, not understanding why, but perfectly feeling how…
And worse, there is a crack in everything that you can put together, physical objects, mental objects, constructions of any kind. But that’s where the light gets in, and that’s where the resurrection is and that’s where the return, that’s where the repentance is. It is with the confrontation, with the brokenness of things.
In the song “Anthem” this phrase became a simple, beautiful verse:
There is a crack in everything. That’s how the light gets in.
Thanks, Mr. Cohen

Referendum: Le ragioni del Sì

Fino ad ora il dibattito sul referendum costituzionale è stato in gran parte su interpretazioni ideologiche o temi strumentali e secondari: colpire o sostenere Matteo Renzi, essere pro o contro il governo, dibattere su possibili rinvii e cavilli (come il contenuto del quesito a cui dovremo rispondere: che è lo stesso su cui sia il Sì che il No avevano raccolto le firme). Molto poco, in proporzione, si dibatte sui contenuti reali della riforma costituzionale: ma è su questi che saremo chiamati a votare. Continua a leggere