Il fine vita, la morte, il morire: un video per capire

Alla fine della vita: liberi di decidere? Con U. Cugini, U. Curi,

L. Gaudino – Introduce e modera S. Allievi

Festival Vicino/Lontano, Udine, sabato 14 maggio 2014, Chiesa di San Francesco

Bitonci, il crocefisso, l'islam

L’annuncio del sindaco Bitonci di cancellare per il futuro – e di sospendere, se appena se ne presenterà l’occasione, per il presente – l’utilizzo di palestre per la preghiera del Ramadan è il segnale di un ritorno a una battaglia identitaria che la Lega stessa aveva ultimamente abbandonato, dopo avere per anni sollevato conflitti intorno alle moschee: non per risolverli, ma al contrario per lucrarne un consenso simbolico ed elettorale. A Padova era dai tempi della passeggiata con maialino della consigliera Mazzetto, e del minacciato referendum contro la moschea, che non se ne parlava. Ma a Cittadella, dove oggi è sindaco l’ex-vice di Bitonci, Pan, l’argomento è ancora di stretta attualità, con la chiusura a freddo di una moschea avvenuta proprio nei giorni scorsi, per la quale sarà sollevato ricorso al Tar. Continua a leggere

Indovinello politico-religioso

E’ una religione intollerante.
Non accetta i luoghi di culto di altre religioni, e non vuole che le persone di altre religioni si riuniscano a pregare.
Predica l’esclusivismo simbolico di una religione rispetto alle altre.
Confonde i simboli religiosi con quelli civili, e i costumi religiosi con quelli alimentari.
I suoi predicatori fanno politica e hanno importanti cariche amministrative.
Il colore del suo vessillo è il verde.
Non è l’islam…

Riforme: Matteo tra Beppe e Silvio

Interlocutori più diversi, accomunati solo da una coerente inaffidabilità e dalla reciproca irriducibilità, era difficile immaginarli. Eppure Matteo Renzi si trova oggi a dover discutere dell’impalcatura costituzionale, e in particolare, oggi, della riforma elettorale, con gli alleati più improbabili: Silvio Berlusconi e Beppe Grillo. Continua a leggere

Caro Piero ti scrivo… Lettera aperta a Piero Ruzzante

Caro Piero,

non faccio finta: non siamo mai stati amici. Ma ci conosciamo abbastanza bene, sul campo. Ti lascio, se vorrai leggerle, le riflessioni che mi sono venute in mente leggendo la tua intervista. Come patrimonio di una discussione che ci riguarda tutti. Continua a leggere

“Un forte rumore di niente”. Il silenzio del PD padovano

A parte qualche intervista ogni tanto, non un cenno, non un rumore. A più di una settimana dal suo disastroso risultato elettorale, il Partito Democratico di Padova e provincia non emette suono. Polemiche, qualcuna: a colpi di intervista, appunto. Ma nessuna traccia di riflessioni, ripensamenti, ascolto delle ragioni della sconfitta, o almeno l’iniziativa di chiedere scusa al proprio stesso elettorato, per averlo costretto a non votarlo, mettendo la croce sul suo simbolo solo sulla scheda delle europee, ma non su quella delle comunali. E per averlo costretto, al ballottaggio, a sostenere Bitonci o nemmeno lui, astenendosi dal voto. Continua a leggere

Sul caso Mineo

Lo dico: io questa cosa della povera vittima sacrificata all’orco cattivo, nel caso Mineo e c., proprio non la vedo.

Vedo una forte e legittima contrapposizione politica, questo sì. Diventata però, col passare del tempo, una contrapposizione ideologica molto caricata di altri significati (al di là del merito, quindi). Continua a leggere

Il PD a Padova: le ragioni di una sconfitta

Il risultato definitivo è arrivato al ballottaggio, ma le ragioni della sconfitta della coalizione di centrosinistra a Padova erano già tutte scritte nel voto del 25 maggio. In quella occasione, proprio nel giorno in cui il Partito Democratico otteneva il suo migliore risultato di sempre alle elezioni europee, con un clamoroso 40,8% dei voti, e a Padova prendeva ancora più voti della media nazionale, con il 41,4%, per il comune il PD riusciva a raccogliere solo il 24,9% dei voti: 16,5 punti in meno. Il che significa che gli stessi elettori che sulla scheda delle europee davano la loro fiducia al PD, sulla scheda delle comunali gliela toglievano in larga misura: 45.841 voti alle europee, 26.700 voti alle comunali, poco più della metà – una catastrofe politica. Continua a leggere

I paradossi del voto padovano

Il risultato del voto a Padova mostra molti elementi di interesse, per ragioni in parte contraddittorie. Il voto, di fatto, non ha premiato il governo della città, emerso ‘non vincente’ dalla competizione al primo turno, con il sindaco uscente Rossi in testa, ma di misura, sull’avversario Bitonci. Continua a leggere