Ciò di cui ha bisogno la scuola

Il “Corriere della sera” pubblica un importante sondaggio sulle famiglie e la scuola (qui il link).
Ecco, da insegnante io ci rifletterei. Continua a leggere

La paranoia del gender

Per un sociologo, la polemica odierna sul gender ha qualcosa di surreale: non foss’altro perché il libro “Sesso e temperamento” di Margaret Mead, antesignano dei “gender studies”, è del 1930. E il fatto che sesso e genere, biologia e cultura, siano due cose diverse, e la società abbia un ruolo decisivo nell’identificazione di genere, è un’ovvietà che si insegna all’università da mezzo secolo, senza proteste. Continua a leggere

Ora che abbiamo visto. Profughi, migranti e mondo globale

Nessuno può dire di non avere visto. Le immagini al confine macedone e ungherese, con bambini, vecchi e disabili che seguono i binari o passano sotto al filo spinato che domani sarà un muro, si sommano a quelle dei morti sui barconi e le spiagge del Mediterraneo, agli asfissiati nei Tir in Austria, agli aggrappati agli scogli di Ventimiglia, agli assalti ai treni di Calais, ai morti nell’Eurotunnel, a quelli, persino, che hanno tentato di attraversare la Manica a nuoto, i cui cadaveri sono stati recuperati sulle coste norvegesi, portati dalle correnti. Ormai trovare un cadavere su una spiaggia, o su un terrapieno in una qualche landa ai confini dell’Europa, sta diventando una possibilità, a breve una probabilità, cui rischiamo di abituarci. E quelle immagini (su cui ragioniamo qui) hanno la stessa cruda nettezza di quelle dei campi di concentramento o delle vittime civili delle guerre. Possiamo fare ancora finta di non vedere? Possiamo continuare in un dibattito sterile su quanti migranti di qui e quanti profughi di là, su una caserma o un appartamento, in litigi estenuanti e vacui, senza occuparci davvero della questione? Continua a leggere

Discorso sul metodo. Perché quella adottata per i musei è la prassi giusta

La nomina di venti nuovi direttori di poli museali (tra cui quello delle Gallerie dell’Accademia a Venezia) – selezionati per competenze e con grande apertura agli stranieri – è importante non solo in sé (dopo tutto, riguarda solo venti persone) ma per il segnale che manda all’Italia e anche al resto del mondo: un segnale di straordinaria normalità. Continua a leggere

Morire di sballo, morire d'amore. Fragilità ed eccesso

E’ curioso – e significativo – che proprio nel tempo della vacanza, in cui si vorrebbe pensare ad altro, si sia circondati e ci si ritrovi a discutere (ovunque, incluso sotto l’ombrellone) di notizie di morte. Le morti adolescenti delle discoteche e dello sballo. Le morti degli incidenti stradali, magari anch’essi legati alla movida notturna, al tasso alcolemico o a qualche pillola sintetica. Ma anche le morti giovani di suicidi per amore: altro motivo, ma in fondo qualche legame con le precedenti. Ovvio che ne parliamo: potrebbero essere i nostri figli (o noi stessi) sia le vittime che i carnefici, sia i venditori che gli acquirenti di sostanze letali, sia gli amici che chiamano i soccorsi ma scappano di fronte alla responsabilità, che i volontari che cercano di rianimarli (ci sono anche loro), sia coloro che abbandonano il mondo sia gli abbandonati. Continua a leggere

Il senso dell'ozio

per la rubrica “Le parole del Nordest” il tema, in agosto, non poteva essere che una riflessione sul senso delle parole vacanza, riposo, ozio. Continua a leggere

Cosa fare per il turismo: rete, progettualità, comparazione

L’inserto “Corriere Imprese Nordest” questo mese è dedicato all’economia del turismo e ll’industria delle vacanze. Quello che segue è l’editoriale: Continua a leggere

Discoteche e sballo: quello che non ha senso fare

Non amo le discoteche. Nella mia vita hanno fatto il boom quando ero giovane, ma io le ho frequentate pochissimo – preferivo altro. E le poche volte che ci sono andato non mi è piaciuto un granché. Il che non mi ha impedito di incontrare lo spaccio e la morte per droga: per quello mi è bastato andare a scuola e fare politica. Ma sarebbe stato sufficiente anche solo frequentare bar più o meno blasonati della destra o della sinistra dell’epoca, distinti o popolari locali jazz o rock, centri sociali, club di tifosi, università, e anche un certo mondo del lavoro assai trendy della Milano in cui sono nato e cresciuto. E non era diverso altrove. E non è diverso in Veneto. O a Riccione. Continua a leggere

Tra Lega e Chiesa: dietro lo strappo su profughi e migranti

La lettera dei vescovi di Treviso e Vittorio Veneto sui profughi si presta a riflessioni su più livelli, che vanno al di là della polemica più o meno esplicita tra Chiesa e Lega. I vescovi in fondo fanno solo delle considerazioni di buon senso, anche pacate. Che si aprono con un richiamo al “rispetto della realtà”, a cominciare dai numeri e dalle proporzioni del fenomeno, al di là del professionale soffiar di tromboni e sparar bufale di molti. Continua a leggere