La fame del Nordest

Atavica: è questo l’aggettivo che di solito si usa per qualificare la fame, in Veneto e nel Nordest. Una fame atavica, di lungo periodo, radicata nel profondo. La fame chi di lavora e non si risparmia, ma non ha abbastanza da mangiare, e dunque dalla fame non è risparmiato. La fame insoddisfatta, persistente, dolorosa, e che nello stesso tempo diventa ricerca non solo fisica, ma quasi metafisica, di soddisfazione. Quella che spinge a cercare non solo un buon pranzo, ma l’abbuffata, la cuccagna, il rovesciamento carnascialesco dell’ordine del mondo, quando si può. Perché, per il resto, si mangiava solo granoturco: polenta, cioè (anzi, poenta). Spesso senza nient’altro. E a causa di una dieta così povera la pellagra – che produceva le micidiali ‘tre D’: dermatite, diarrea e demenza – era diffusissima, e in Veneto mieterà vittime fino alla seconda guerra mondiale. Continua a leggere

Avere fiducia nel capitale sociale: politica, società, partecipazione

Tra meno di un mese molti comuni andranno ad elezioni. Ed è tutto un fiorire di liste, iniziative, candidati sindaci. In tempi di crisi della politica e di sua reputazione ai minimi storici, forse non è ozioso domandarsi perché. Continua a leggere

"Tutto quello che non vi hanno mai detto sull'immigrazione" a Fahrenheit

Il podcast della trasmissione del 29 aprile.
Intervista di Loredana Lipperini

Le migrazioni: cosa cambia, come ci cambiano

http://www.corriere.it/cultura/16_maggio_01/titolo-4e911bfa-0f09-11e6-9a0b-44a139eda75b.shtml

PAESI RICCHI E POVERI

Un progetto sui migranti
per le nostre società spaventate

Nei prossimi vent’anni, per mantenere costante la popolazione in età lavorativa (20-64), ogni anno dovranno entrare in Italia, a saldo, 325.000 persone. Ci vorrà tempo, pazienza, fermezza, lungimiranza

C’era una volta il Primo Maggio…

“Viva il Primo Maggio”. Era lo slogan che sugli striscioni apriva i cortei operai, e quello che chiudeva i torrenziali comizi dei leader sindacali. Manifestazioni di massa, a cui partecipavano i lavoratori anche con le famiglie, i bambini: una festa, appunto – la festa dei lavoratori e del lavoro. Continua a leggere

Referendum: qualche lezione dal voto di domenica

Le reazioni del dopo hanno mostrato con trasparente chiarezza – ancora più del crescendo di dichiarazioni sempre più roboanti degli ultimi giorni di campagna referendaria – che in questo referendum si è votato su tutto, tranne che sul merito del quesito referendario. Questo da parte di molte delle parti in causa: sia tra i sostenitori del sì – che avessero generiche motivazioni ambientaliste slegate però dal tema in oggetto (più rinnovabili, no al petrolio, un mondo migliore…), o esclusive motivazioni politiche (mandiamo a casa il governo, diamo una lezione a Renzi) – sia tra i sostenitori del non voto. Continua a leggere

Apertura culturale e sviluppo economico. O chiusura e declino?

C’è un rapporto tra apertura mentale e culturale e sviluppo economico? La domanda è meno peregrina di quel che potremmo immaginare. Basti pensare all’ambiente cosmopolita e dinamico, amichevole rispetto alla presenza giovanile, interessato alle differenze culturali e tollerante rispetto alle diversità di genere, tendenzialmente aperto H24, di tutte le città globali e, in generale, delle realtà in crescita come capacità attrattiva, in termini di turismo e di impresa. Continua a leggere

Il disagio nella (della) scuola

Una piccola glossa, marginale, rispetto a un evento del tutto secondario. Per parlare di un problema gigantesco, che mi fa riflettere e mi turba da tempo, e credo sia sentito da molti.
Non per dire nulla di serio: non nello spazio breve di un articolo. Sapendo, oltre tutto, che si sarebbe dovuto parlare di moltre altre cose, oltre quelle qui abbozzate. Ma per ricordarci, che sì: “Houston, abbiamo un problema…”. Che il senso e il non senso dell’istituzione-scuola (se poi non la chiamiamo più istituzione, meglio), il posto dove avviene in gran parte il processo di socializzazione, dove impariamo a imparare, e il disagio che proviamo un po’ tutti – studenti, docenti, genitori – è il problema… Continua a leggere

Apertura culturale e sviluppo economico: un legame su cui sarebbe utile riflettere

C’è un rapporto tra apertura mentale e culturale e sviluppo economico? La domanda è meno peregrina di quel che potremmo immaginare. Basti pensare all’ambiente cosmopolita e dinamico, amichevole rispetto alla presenza giovanile, interessato alle differenze culturali e alle diversità di genere, tendenzialmente aperto H24, di tutte le città globali e, in generale, delle realtà in crescita come capacità attrattiva, in termini di turismo e di impresa. Continua a leggere

Nemesi degli "schei". Se il denaro non basta a produrre valore

Miserie dell’opulenza. Come il denaro può produrre povertà. La crisi delle banche del Nordest si potrebbe leggere anche così: una nemesi storica nella terra degli ‘schei’. Il denaro che non fa più il suo dovere: produrre altro denaro. La ricchezza di alcuni – immeritatamente destinatari di ingiustificabili emolumenti – che brucia i risparmi di chi ha molto meno, talvolta gli investimenti di una vita, la garanzia perduta di una vecchiaia serena (come successo con la crisi delle banche popolari, che è innanzitutto una crisi di leadership locale, di cui non si può certo accusare Roma, gli immigrati o la globalizzazione…). Continua a leggere