In molti – credo tutti quelli che non hanno un cuore di pietra – abbiamo pianto di fronte alla vicenda di Gloria Trevisan e Marco Gottardi, morti nel rogo della Grenfell Tower a Londra. Non c’era bisogno di conoscerli personalmente per commuoversi, di fronte a questa bella coppia di giovani fidanzati, pieni di speranze e di futuro, che hanno visto spezzati in maniera così repentina e terribile i sogni che stavano inseguendo. Non ci riesce difficile – anche se è impossibile farlo davvero – identificarci nello strazio dei genitori e dei familiari: commuoversi vuol dire appunto questo – muoversi insieme, con-dividere, com-piangere, almeno, se altro non è possibile fare. Soprattutto se siamo genitori, ancora di più se abbiamo anche noi un figlio o una figlia a Londra o altrove: e ci siamo detti che, sì, non sarebbe dovuto succedere, ma sarebbe potuto capitare a chiunque. E’ una vicenda dolorosa, vera, unica, profonda come solo il dolore può esserlo. E che, come tale, merita rispetto. Siamo con i genitori, con i parenti, con gli amici, per quel poco che possiamo, per quel che vorremmo essere a loro vicini. Continua a leggere