SPAESATI. Del migrare e di migranti.

Il 5 gennaio 2019 Radio Popolare ha trasmesso lo spettacolo (lezione-concerto, l’abbiamo chiamato) “SPAESATI. DEL MIGRARE E DI MIGRANTI”, che Erica Boschiero, Sergio Marchesini ed io abbiamo registrato dal vivo il 13 dicembre 2018, a Milano, nell’auditorium della radio.
Dal vivo rende meglio, naturalmente. Qui, comunque, trovate il podcast (le indicazioni sul link sono ingannevoli: la seconda parte è la prima, e la terza la seconda).
https://www.radiopopolare.it/podcast/gli-speciali-di-radio-popolare-di-sab-0501-seconda-parte/
https://www.radiopopolare.it/podcast/gli-speciali-di-radio-popolare-di-sab-0501-terza-parte/
Lo spettacolo, multimediale (nell’audio, naturalmente, mancano le slide e i filmati), è pronto per girare: teatri, festival e quant’altro.
L’abbiamo inventato per questo…

Sindaci, governo e immigrati: la vera sfida

Da una parte, il governo: che vede contestata una delle principali vittorie simboliche della sua componente leghista – il decreto sicurezza. Dall’altra, i comuni: Trento e Rovereto (ma anche diversi centri minori che ospitano richiedenti asilo), così come Bologna: “con la non violenza e il rispetto della legge”, come ha detto il sindaco Merola. Ma anche, in maniera più bellicosa – sui fondamenti stessi di costituzionalità del decreto e invitando alla disobbedienza civile sulla questione dell’iscrizione all’anagrafe degli immigrati – Palermo (e dubbi hanno sollevato a vario titolo anche i sindaci di Napoli, Firenze, Parma, Milano, Pescara e altre ancora). Gli osservatori guardano soprattutto all’ultima, di sfida, che è politica e ideologica. Ma per molti versi è più insidiosa la prima: proprio perché pragmatica, e di buon senso – una cosa su cui si possono identificare anche molti cittadini, al di là delle differenze politiche. Continua a leggere

Manifesto per una nuova opposizione

MANIFESTO PER UNA NUOVA OPPOSIZIONE
Una proposta
Il consenso per il governo

Il governo costituito dalla alleanza tra Lega e Movimento 5 Stelle sembra godere, per ora, di un ampio consenso popolare: lo attestano i sondaggi, e l’aria che si respira nel Paese. Continua a leggere

"L'opposizione del cambiamento" (che ancora manca)

Di fronte a un “governo del cambiamento” che sta effettivamente cambiando le carte in tavola, e forse proprio sparigliando il gioco della rappresentanza, nello stile e nei contenuti (in maniera benemerita per chi lo sostiene; preoccupante e perfino eversiva per chi lo avversa), quella che manca è “l’opposizione del cambiamento”. O meglio ne abbiamo due, scollegate tra loro: una in parlamento, che fa il suo lavoro in aula, senza parlare né essere ascoltata nella società; e una nel paese, che si esprime nelle prese di posizione delle categorie, dei ceti produttivi, dei corpi intermedi, della società civile, talvolta assumendo le forme e i rituali della politica partitica (dalle petizioni alle manifestazioni di piazza). Ma due debolezze disunite non fanno una forza. Quella che manca, è un’opposizione che sappia legare entrambe le cose. Continua a leggere

Strasburgo: la violenza, la paura, e quel significato che non si trova…

E’ difficile per chiunque – anche specializzato su questi temi – entrare nella mente di una persona come l’attentatore di Strasburgo. Ma non sembra di vedere dietro questo attacco grandi strategie, ancora meno un risveglio globale del terrorismo islamista. Si dà troppo credito alle sue espressioni, così facendo: anche se le reti di incontro, e prima ancora di indottrinamento, sono una realtà – più spesso come reti di supporto locale che non davvero collegate a un network globale centralizzato. Si tratta probabilmente di un delinquente radicalizzato come molti: uno che solo nel fanatismo religioso ha trovato una ragione e una parvenza di giustificazione a una vita sbandata, e che – ormai braccato (la polizia l’aveva cercato lo stesso giorno per arrestarlo) – ha probabilmente immaginato una qualche redenzione finale nell’attacco indiscriminato a degli infedeli presi a casaccio, mettendo in conto anche la morte, ma non prima di aver fatto pagare cara una vita irrisolta. Abbiamo la sensazione che sia così per molti, in situazioni diversissime: cambia il nome della bandiera (quando c’è), il nichilismo di fondo è lo stesso. Continua a leggere

Elogio del meticciato

Ce lo dicono anche le leggi dell’evoluzione: le specie che sopravvivono meglio (e all’interno di esse gli individui che hanno più probabilità di sopravvivere e riprodursi con successo) sono quelle capaci di mutare, di svilupparsi al di fuori delle linee prescritte. E ciò avviene nell’incontro con ambienti diversi, mutate condizioni, ma soprattutto dalla capacità di apprendere da apporti esterni, e di integrarli, introiettarli, inglobarli, farli propri. Ciò che avviene eminentemente nell’incontro, nell’ascolto reciproco, nell’ibridazione, nel meticciato. Che non è solo la capacità mimetica, esteriore, pure importante, del camaleonte, che gli consente di sopravvivere in contesto ostile adattandosi all’ambiente in maniera innovativa: quello è solo un primo passo, ma è ancora una forma di conformismo. Mentre quello che fa fare i salti evolutivi maggiori è invece spesso un marcato “difformismo”, la capacità creativa di mischiare elementi diversi in una sintesi innovativa. Continua a leggere

Iperconnessi: gli effetti dei social su privacy e tempo libero

Succede a tutti di essere importunati in orari una volta dedicati ad altro – cena inclusa – da offerte di servizi e prodotti di vario tipo. E già con il telefono. I nuovi canali di comunicazione e i social media hanno tuttavia peggiorato la situazione, producendo una nuova invadenza di massa e una sindrome da fortino assediato (la propria privacy e il proprio tempo), da difendere con le unghie e con i denti. Continua a leggere

Il mondo senza morte

Senza morte (Rubrica “Il mondo se”)

6 dicembre 2018

di Stefano Allievi. Professore di Sociologia presso l’Università degli studi di Padova. Continua a leggere

Meno sicurezza: per scelta del governo

Per il governo l’immigrazione sembra essere sempre meno un processo da gestire o eventualmente un problema da risolvere: e sempre più un tema da agitare. Non qualcosa di cui occuparsi, ma qualcosa da cui essere occupati. Non qualcosa da fare, ma qualcosa di cui parlare. Per varie ragioni. Continua a leggere

Capitale umano: se il sapere non è più un valore

L’impoverimento del capitale umano – in un’epoca in cui il suo valore è sempre più alto e il suo effetto moltiplicatore decisivo – è una notizia che dovrebbe inquietarci. Tutti, dalle famiglie agli stati con maggiore consapevolezza, tendono a spendere di più per formarlo: ma se non è abbastanza, se non ha occasione di esercitarsi, e ancora di più se lo perdiamo, si tratta non solo di uno spreco, ma di un disinvestimento dal futuro. Continua a leggere