Ce lo dicono anche le leggi dell’evoluzione: le specie che sopravvivono meglio (e all’interno di esse gli individui che hanno più probabilità di sopravvivere e riprodursi con successo) sono quelle capaci di mutare, di svilupparsi al di fuori delle linee prescritte. E ciò avviene nell’incontro con ambienti diversi, mutate condizioni, ma soprattutto dalla capacità di apprendere da apporti esterni, e di integrarli, introiettarli, inglobarli, farli propri. Ciò che avviene eminentemente nell’incontro, nell’ascolto reciproco, nell’ibridazione, nel meticciato. Che non è solo la capacità mimetica, esteriore, pure importante, del camaleonte, che gli consente di sopravvivere in contesto ostile adattandosi all’ambiente in maniera innovativa: quello è solo un primo passo, ma è ancora una forma di conformismo. Mentre quello che fa fare i salti evolutivi maggiori è invece spesso un marcato “difformismo”, la capacità creativa di mischiare elementi diversi in una sintesi innovativa. Continua a leggere