Berlusconi, il golpe inesistente, la rivoluzione mai esistita

Forza Italia grida al colpo di stato. E intanto lo prepara. O almeno lo minaccia, con una manifestazione contro la decadenza di Berlusconi che è, di fatto, una manifestazione contro chi fa le leggi e chi le fa rispettare: il Parlamento e la magistratura. O lo evoca, dicendo che ad attuarlo sono altri: il presidente Napolitano, che non accetta di concedere una grazia del tutto irrituale, non dovuta e peraltro non richiesta, su tutti. Continua a leggere

«Il nuovo Pd…»

Serracchiani: «Il nuovo Pd
spazzerà la vecchia guardia»

La presidente del Fvg alla presentazione del libro di Allievi. Il sociologo: in troppi ci hanno illuso con le promesse Continua a leggere

Il nuovo PD e la genetica dei partiti

Oggi, per capire come funzionano i partiti, in particolare come nascono e come si riproducono, occorre rifarsi più alla biologia che alla politica: è lì che si trovano le metafore più pertinenti.

Il centrodestra, come certi organismi monocellulari, si riproduce per scissione: da una singola cellula, nascono due nuovi organismi. E’ il caso del PDL: da cui sono nati oggi Forza Italia e il Nuovo Centro-Destra. Risultato? In natura, due cellule con il medesimo apparato genetico, con identico DNA. In politica, due nuovi partiti. Anche per loro il DNA è lo stesso: solo che uno starà in maggioranza e l’altro all’opposizione, salvo poi rimettersi insieme alle elezioni, probabilmente. Un’astuzia della natura, e una furbizia della politica.

Il centro si riproduce invece per frammentazione. Come sempre nella storia repubblicana. E’ il caso, oggi, di Scelta Civica. Si unisce, va in frantumi, talvolta si decompone in pulviscoli inaggregabili, poi si riunisce (che non è sinonimo di rinnovarsi), si spezza di nuovo. In questo caso i frammenti non hanno lo stesso patrimonio genetico. Alcuni sono laici, altri cattolici (e tra questi, alcuni appartengono a una chiesa nella chiesa: la comune storia ciellina – il che può far pensare a qualche forma di unificazione con qualche cellula del centrodestra di medesima provenienza). Alcuni sono in politica da decenni, altri sono neo-arrivati. Questa specie di caleidoscopio in continuo movimento ha, come tutti i caleidoscopi, un destino segnato: i frammenti al suo interno disegnano forme incessantemente nuove, ma nessuna di essa ha una qualche stabilità, né l’avrà in futuro. Continuerà a decomporsi e a ricomporsi. Centrifugo e centripeto allo stesso tempo.

Il centrosinistra, oggi rappresentato dal PD, ha scelto una forma diversa, inusuale rispetto alla propria storia, e anche alla natura propria dei partiti. Consultando la propria base per decidere la propria leadership. Chiedendolo in prima battuta ai propri iscritti (la cui consultazione è appena terminata), e in seconda battuta al proprio elettorato (con le primarie vere e proprie, che si svolgeranno l’8 dicembre). Ottenendo forme di fecondazione e di ricomposizione genetica significative, e più rapide. Al di là del balletto sulle cifre, infatti, è emerso con chiarezza, anche solo dalla consultazione degli iscritti, che il partito è spaccato: tra una parte che vorrebbe riprodursi geneticamente identica a se stessa (o più propriamente, all’organismo cui apparteneva prima di fecondarsi con altri all’interno del PD), e una parte che vorrebbe rinnovarsi, dando luogo a un organismo geneticamente modificato, ma per via naturale, interna, anziché per innesto. Ed è questo che mostrano i primi risultati. Di fatto, coloro che vogliono cambiare pelle, pur con progetti non identici e non sovrapponibili, costituiscono una larga maggioranza. Mentre coloro che vogliono riprodursi come prima, secondo le medesime filiere genetiche, sono risultati in minoranza. E forse la notizia sta proprio qui: che il PD, in quanto organismo diverso da quello composto dai principali apporti che gli hanno dato i natali (la tradizione PCI-PDS-DS e quella DC-Popolari-Margherita), è nato davvero solo ora. Riconoscendo, o almeno accorgendosi, che fin dall’inizio, in realtà, era presente un’altra componente, con un diverso patrimonio genetico (che pesava per un terzo, all’incirca, anche se è stata fortemente sottovalutata), cui solo oggi si da’ veramente voce e si riconosce un ruolo: quella di chi, non venendo da quelle tradizioni – o venendoci, ma con la voglia di voltare pagina – credeva fin da allora che avrebbe fatto nascere qualcosa di diverso.

Il pargolo, frutto di apporti genetici complessi – in sintonia con quanto accade nei modelli familiari e nelle tecniche di fecondazione, oggi in una fase di cambiamento turbolenta – si trova, apparentemente in buona salute, al reparto maternità. Diverso, e autonomo, rispetto ai suoi vari genitori. Si tratta adesso di vedere quale sarà la sua evoluzione.

Il nuovo PD e la genetica dei partiti, in “Piccolo” Trieste, 19 novembre 2013, p.1, “Gazzetta di Reggio”, 20 novembre 2013, p.1, Genetica e crescita dei partiti in “Mattino” Padova, “Tribuna” Treviso, “Nuova” Venezia, “Corriere delle Alpi”, 20 novembre 2013, p.1

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Proprio mentre la fiducia degli italiani nei partiti e nelle istituzioni della rappresentanza politica crolla ulteriormente, i partiti, che rappresentano tuttora il mezzo principale di canalizzazione del consenso, fanno di tutto perché la sfiducia aumenti. Continua a leggere

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