E’ possibile immaginare l’innescarsi di un circolo virtuoso, che riguardi anche la politica di questo paese? Forse sì. Chi ha seguito e analizzato il dibattito politico di questi anni – immobile per troppo tempo – è comprensibilmente incline al pessimismo. Il rischio che cambi solo qualcosa, di facciata, in modo che non cambi nulla di sostanziale, è sempre dietro l’angolo. Tuttavia alcuni elementi sembrano spingere in una direzione diversa: che il paese desidera da tempo, ma non osa quasi nemmeno più immaginare, rassegnato come è alla rassegnazione.
Il primo è evidentemente la fine del ciclo berlusconiano, sancita simbolicamente dalla sua decadenza da senatore. Berlusconi resterà un attore politico importante: ma il suo declino come leader carismatico, e ancora di più come simbolo e coagulo di un potenziale cambiamento di sistema – in sostanza, come figura innovatrice – è comunque evidente. Continuerà a occupare uno spazio politico, in posizione di autoconservazione: ma il suo orizzonte, oggi, è quello della difesa di uno spazio elettorale, non quello del cambiamento del paese. E il suo slancio riformatore, è in crisi evidente. Il declino potrà non essere immediato, e lento quanto basta per garantirgli un ruolo non marginale, ma la sua direzione è segnata.
Il secondo è l’inizio di un ciclo politico diverso all’interno del Partito Democratico: con l’ascesa al vertice di una nuova generazione, con una spinta riformatrice marcatamente accentuata, e uno stile politico differente. Incarnata non solo da Matteo Renzi, il probabile vincitore delle primarie dell’8 dicembre, ma da tutti i contendenti, e da una buona parte dei loro sostenitori più convinti. Convinti, per l’appunto, di voler innescare un nuovo ciclo politico. Le nuove leve della politica di centro-sinistra non si accontenteranno di qualche spazio negli organigrammi, ma chiederanno molto di più anche all’azione di governo, delineando un profilo riformatore che è nella logica stessa della concorrenza tra leadership alternative. E questo non potrà che portare a dinamiche di cambiamento comunque in discontinuità con il passato.
Il terzo elemento è legato alle divisioni all’interno del campo ex-berlusconiano, che hanno portato alla nascita di una nuova formazione politica di centro-destra che continuerà a sostenere il governo. Il suo profilo non è certamente innovatore, ponendosi piuttosto in una logica di continuità di contenuti – e di continuismo di metodo – rispetto al passato. Ma la concorrenza interna al campo del centro-destra, la necessità di caratterizzarsi in maniera diversa rispetto ai fedelissimi del leader decaduto (largamente maggioritari in parlamento, e ormai all’opposizione), il desiderio di continuare a governare, porteranno comunque a una concorrenza costruttiva, in qualche modo simile a quella prodotta nel campo avverso dalla corsa per le primarie, consentendo di scegliere tra agende politiche alternative e modelli diversi di partito.
Il quarto elemento sta nell’azione di governo. Non più bloccato dai veti incrociati dei partiti che lo sostenevano fino ad ora, quasi tutti di carattere ideologico e legati a bandiere simboliche e identitarie (come nel caso, paradigmatico, dell’Imu), e obbligato dal capo dello stato a chiedere una nuova fiducia alle camere, sulla base di un’intesa programmatica diversa, potrà caratterizzare il proprio profilo pragmatico, con un più accentuato indirizzo riformatore, e maggiore libertà di perseguirlo.
Se i primi due elementi – la fine del ciclo berlusconiano e l’inizio di un nuovo ciclo politico nel PD, che resta il primo partito nel paese – sono delle tendenze in qualche modo segnate, gli ultimi due – la nascita di un nuovo centro-destra e un profilo governativo più di attacco – sono solo delle ipotesi, e delle speranze: che oggi come non mai, tuttavia, vivono le condizioni maggiormente favorevoli per manifestarsi. Se accadrà, il circolo virtuoso potrà innescarsi subito. Altrimenti occorrerà aspettare le prossime elezioni: in questo caso certamente più vicine.
L’Italia può aprire un circolo virtuoso, in “Messaggero veneto”, 2 dicembre 2013, p.1
Novità interessanti in politica, in “Mattino” Padova, “Tribuna” Treviso, “Nuova” Venezia, “Corriere delle Alpi”, 2 dicembre 2013, p.1