Non c'è export senza import: e non solo in economia

Ex-portare. Portare fuori. Prodotti, ma anche conoscenze, e tutto l’immateriale implicito e contenuto nella materia, nei prodotti: una cultura, se c’è, uno stile, se è individuabile, un modo di vita, se viene compreso. Il made in Italy, per esempio. O il made in Veneto, se esistesse e venisse percepito, sperimentato e pubblicizzato al di fuori come tale: ma temiamo che sia (ancora) prematuro, e ci convenga (per ora) rimanere attaccati all’etichetta made in Italy, ben altrimenti conosciuta e rinomata. Continua a leggere

"Immigrazione. Cambiare tutto" in tv

Qui il link alla puntata di sabato 15 settembre 2018 della trasmissione “Segni dei tempi”, andata in onda sulla tv Svizzera RSI La1
Intervista a cura di Paolo Tognina
Immigrazione: bisogna cambiare tutto
https://www.rsi.ch/la1/programmi/cultura/segni-dei-tempi/Immigrazione-bisogna-cambiare-tutto-10825346.html

Femminicidi: si può educare all'amore?

I femminicidi sono questione degli uomini. Perché sono loro a compierli. E su di loro bisogna dunque lavorare. Bene ha fatto quindi il direttore di questo giornale a porre il problema, innanzitutto, della prevenzione, e quindi quello – collegato – dell’insegnamento e dell’approfondimento nella scuola. Continua a leggere

Accoglienza: lo stato che non c'è

La provocazione dell’imprenditore Gian Lorenzo Marinese è di quelle capaci di disvelare un intero meccanismo, un mondo insieme di ipocrisia e di incompetenza, mostrando quello che nessuno vede: che il re è nudo, anche se non lo vuole ammettere. Continua a leggere

"Immigrazione. Cambiare tutto" – videointervista

una lunga videointervista che spiega ed elabora i contenuti del libro “Immigrazione. Cambiare tutto”
grazie a Marzia Tomasin per la pazienza…

Quando l'accoglienza dà scandalo. Il controllo che è mancato (e che continua a mancare)

Lo scandalo delle cooperative che gestivano le strutture per stranieri di Cona e Bagnoli è tutto tranne che inaspettato. Certo, la gravità di quanto accaduto in quelle strutture è inaudita, ma riconducibile a una fattispecie comprensibile: quella della criminalità a scopo di lucro. Associazioni a delinquere che pensano solo a fare più soldi possibile, senza nessun riguardo per gli immigrati ospitati e per chi ci lavorava. Colpiscono tuttavia le dimensioni delle strutture, e quindi dei soldi che girano: frutto della bulimia di arricchimento di alcuni e della miopia della politica, implicitamente alleati. Continua a leggere

Dopo Genova: quale futuro per il PD

Le contestazioni di Genova, per il Partito Democratico, rischiano di rappresentare quello che è stato la marcia dei 40.000 del 1980 per il sindacato. Un evento in sé piccolo (anche i famosi 40.000, all’epoca, secondo la questura erano meno della metà…), all’apparenza solo simbolico, ma capace di cambiare il corso della storia. Continua a leggere

Segni dei tempi. Genova, la fine del PD, il futuro della politica

Ho visto e rivisto le immagini dei funerali di Genova: quelle relative all’arrivo della delegazione governativa, e di quella del PD (se si vuole, del governo precedente).
Non riesco a impedirmi qualche riflessione. Non di schieramento: non mi interessa. Di sostanza. E di raggio più vasto. Prendendo quanto successo a Genova come un simbolo: una rappresentazione potente di quanto sta succedendo anche altrove. Continua a leggere

Il ponte crollato: metafora di un paese che non c'è

Il crollo del ponte Morandi non è una cosa che riguarda solo Genova. C’entra anche con noi, con tutti noi: noi come vizi profondi di una cultura e di un sistema paese che non cambia, a dispetto dei cambiamenti politici e di governo. E c’entra, sì, anche con il Veneto. Tutto si tiene, tutto si lega, ed è giusto così. Continua a leggere