#verso
Italia cambia verso.
Europa cambia verso.
Padova: non c’è verso.
Italia cambia verso.
Europa cambia verso.
Padova: non c’è verso.
Lo dico: io questa cosa della povera vittima sacrificata all’orco cattivo, nel caso Mineo e c., proprio non la vedo.
Vedo una forte e legittima contrapposizione politica, questo sì. Diventata però, col passare del tempo, una contrapposizione ideologica molto caricata di altri significati (al di là del merito, quindi). Continua a leggere
Qualche considerazione sul risultato elettorale
Una analisi del risultato elettorale al primo turno
Il primo turno delle elezioni comunali a Padova ha mostrato una serie di problemi nel campo del centrosinistra, che ha governato la città negli ultimi anni. Nessuno si faceva l’illusione di vincere al primo turno. Ma è indubbio che il consenso ricevuto è stato inferiore alle aspettative, per una amministrazione uscente. In particolare quello al Partito Democratico, che nel suo momento di massimo successo alle europee, con il 41% dei voti, ne ha ottenuti, dagli stessi cittadini, solo il 25% alle comunali. Certo, in un contesto di offerta politica molto più frastagliata. Le altre forze politiche, in particolare quelle del centrodestra, del resto, da questo punto di vista sono andate assai peggio. Continua a leggere
In una mail a un amico:
scrivo ‘renziani’ e il correttore automatico trascrive ‘benzinai’
scrivo ‘fassina’ (minuscolo, ma intendevo ‘fassina chi’) e mi corregge ‘fascina’
va bene che Renzi in conferenza stampa, dopo la vittoria dell’altro giorno, aveva detto che la rottamazione è appena cominciata: ma piromani, dài…
un primo contributo alla campagna elettorale…
a Padova, #meglioivorossi #L8xROSSI
Europee: voto, voto PD, voto Federico Vantini
Ho scelto da qualche tempo di rendere pubblico il mio voto, e i suoi motivi.
Voterò, innanzitutto: e so che oggi non è scontato. Perché l’Europa, con tutti i suoi limiti di visione e di capacità d’azione coordinata, ha assunto un ruolo sempre più decisivo nel nostro immaginario, così come nelle nostre pratiche sociali, e concretamente nella nostra vita quotidiana di individui e di soggetti economici. E perché sarà chiamata sempre più a un ruolo politico effettivo, non più solo simbolico, o economico-finanziario. Siamo già molto più europei di quello vorremmo e spesso di quello che sappiamo. Ed è un bene prezioso. Che non voglio mi sia tolto.
Voterò PD, con convinzione. Il partito a cui mi sono iscritto alla sua nascita, con un mio impegno politico diretto, dopo moltissimi anni in cui la politica mi limitavo a seguirla e analizzarla. Mi ci ero iscritto con entusiasmo, molto del quale ho perso strada facendo, vedendo il continuismo prevalere sul cambiamento: e che ho recuperato da quando leader del PD e premier del paese è Matteo Renzi, la cui avventura innovatrice ho seguito con interesse e passione fin da quando era sindaco di Firenze, sostenendolo. E voto con convinzione per Martin Schulz come presidente della commissione europea, che il PD sostiene. Che ha un’idea d’Europa molto diversa da quella degli altri candidati, e ancora da chi dall’Europa vuole uscire.
E come candidati? Quali preferenze? I miei criteri sono semplici.
Alle europee non si vota per il proprio territorio. Interlocutori privilegiati dell’Europa, oltre agli stati, sono semmai le regioni, cui spettano ampie competenze di promozione di progetti e di spesa, o le città che cooperano in network sulla base di progetti europei (le smart cities o le città interculturali, ad esempio). E’ inutile votare un candidato della nostra città solo perché è il più vicino in linea d’aria. Il mio primo voto europeo, appena maggiorenne, fu quello, convinto, per il socialista Jiri Pelikan, dissidente cecoslovacco, uno dei leader della primavera di Praga. Ecco, mi piacerebbe poter esprimere ancora dei voti così. Di ideale. O di professionalità, perché in Europa contano i dossier di cui ci si occuperà e le capacità per farlo. E’ meno importante che si abbia una lunga carriera politica alle spalle: è più rilevante che si sappia di cosa ci si vuole occupare, come, e con chi, sulla base di quale progetto condiviso. Per questo non voterò per persone e candidati pur illustri, ma che alla politica hanno già dato molto, e dalla quale hanno avuto altrettanto. Per questo voterò per un amministratore giovane, con le idee chiare, e un’idea della politica che sento molto vicina. Per questo voterò per Federico Vantini.
Domenica 25 maggio si vota, oltre che per le europee, per il sindaco di Cadoneghe.
Ci abito da oltre un decennio. Il più intenso, il più ricco di esperienze. Qui si è formata la mia famiglia, qui sono cresciuti i miei figli.
Qui mi sono impegnato anche nella politica attiva. Qui, quando è nato il Partito Democratico, mi sono iscritto per la prima volta, dopo tantissimi anni, ad un partito: con convinzione. Che non ho perso. E che si è rafforzata da quando leader del PD e premier è Matteo Renzi, che ho sostenuto fin da quando era ancora e soltanto il sindaco di Firenze.
Già alle primarie mi ero espresso a favore di Michele Schiavo, candidato sindaco del PD. L’ho conosciuto prima ancora che facesse politica, nell’ambito del volontariato sociale. E poi anche come amministratore. Lo conosco come persona onesta, corretta, propositiva: che non mette al centro se stesso, ma il lavoro che è impegnato a fare. Già questo mi basta: perché non è frequente, tra chi fa politica. In più ha il senso della squadra, e sa il valore del fare gruppo con chi sta intorno a lui, e insieme a lui persegue l’obiettivo di governare Cadoneghe al meglio.
Michele fa già parte della giunta, dove è impegnato da una legislatura come assessore: ha imparato a conoscere la macchina, e a darsi fare con serietà, determinazione e progettualità. E nello stesso tempo senza la pretesa – diffusa – di avere in tasca tutte le risposte, tutte le ragioni e tutte le soluzioni. Con uno stile politico sobrio, costruttivo, capace di ascolto: che è un segno di maturità, umana e politica. E senza la supponenza, l’arroganza, il gusto della demonizzazione dell’avversario, o i macroscopici conflitti di interesse, che vedo altrove.
Per le preferenze, sono fortunato. C’è in lista una persona che stimo così tanto, per le sue capacità e per il suo modo di affrontare i problemi, che l’ho addirittura sposata. E’ mia moglie, Augusta Parizzi. Che mi fa così un regalo in più: consentendomi di votare non solo con la testa, ma con il cuore…
Ho aderito a questa splendida campagna: fatelo anche voi.
Con 99 euro possiamo contribuire ad acquistare una splendida isola della laguna, a salvarla dalla speculazione e a trasformarla in bene pubblico.
Se non ce la si dovesse fare, i soldi saranno naturalmente restituiti a tutti.
Se ci si riuscisse, saremmo comproprietari di un pezzo di storia, di bellezza, di natura, di pianeta che avremmo contribuito a salvare e a fare diventare nostro e di tutti.
Qui un video esplicativo: http://video.repubblica.it/cronaca/venezia-all-asta-l-isola-di-poveglia-i-cittadini-uniti-per-comprarla/164721/163213?fb_action_ids=10204023513934615&fb_action_types=og.recommends&fb_ref=s%3DshowShareBarUI%3Ap%3Dfacebook-like
Qui per saperne di più e il modulo per contribuire: http://www.povegliapertutti.org/
Qui la pagina facebook: https://www.facebook.com/povegliapertutti?fref=photo
Scopro, dall’endorsement di una nobildonna padovana dall’aria tenera e svagata, che Bitonci sarebbe un candidato sindaco ideale, in quanto fervente animalista: esattamente, in che senso?
C’è chi propone.
C’è chi si oppone (per abitudine, o per vocazione).
C’è chi si oppone, ma pure propone:
l’irrealizzabile, in modo che sulle sue proposte non ci sia discussione.
E’ il “proppone”: un animale burlone.
Assai diffuso all’opposizione
(anche interna…)
che fa rima con conservazione.
p.s.
il “proppone” non è il critico, specie da proteggere e salvaguardare: è un ibrido, specificamente progettato per non fare, dandosi l’aria di darsi tanto da fare.
e naturalmente non è il riformista, animale raro, che propone, e criticamente analizza, ma cerca di fare (sul serio)
E’ autore di oltre un centinaio di pubblicazioni in vari paesi e di numerosi articoli e interviste su dibattiti di attualità. Suoi testi sono stati tradotti in varie lingue europee, in arabo e in turco.