L’uso strumentale della giornata della memoria. Come dimenticarsi del nazifascismo.
Il testo scritto dall’assessore veneto all’Istruzione, Elena Donazzan, per la giornata della memoria, “alla Comunità Educante e Scolastica delle scuole del Veneto di ogni ordine e grado”, induce a una certa tristezza. Non scandalo, non rabbia, non sdegno, non costernazione, non imbarazzo (quello dovrebbe indurlo in chi l’ha scritto e trasmesso senza suggerire correzioni), ma la tristezza di vedere le istituzioni e le cose serie, come appunto la giornata della memoria, che dovrebbero essere utilizzate per unificare e riflettere, utilizzate invece, in un’ottica di parte, per confermare i propri pregiudizi ed esacerbare anziché sanare le divisioni nella società.
Donazzan riesce, in poche righe, nel capolavoro di richiamare al dovere di ricordare la persecuzione degli ebrei, ma senza nominare il fascismo, senza nominare il nazismo, senza nominare le leggi razziali e la dottrina della razza elaborata e attivamente sostenuta nel nostro paese, senza nominare il programmato genocidio di massa perpetrato dal nazismo e sostenuto collaborativamente e fattivamente dal fascismo italiano, senza nominare i campi di sterminio, di concentramento e di transito esistenti anche in Italia, senza nominare i vagoni piombati e l’Olocausto, ma in compenso citando per ben due volte il fondamentalismo islamico. Questo in un paese dove ancora in questi giorni ragazzi italiani hanno insultato altri ragazzi italiani in quanto ebrei, dove l’antisemitismo e l’antiebraismo circolano liberamente, frequentemente e senza condanna alcuna in ambienti politici e tifoserie calcistiche certamente più vicini all’elettorato dell’assessore all’Istruzione che nelle moschee d’Italia.
Capiamo sia difficile essere equanimi per chi ancora un anno fa, di questi giorni, preferiva cantare “Faccetta nera” alla radio, ricordando che il fascismo ha fatto anche cose buone (anche Hitler, anche Mao, anche Kim Joung-un, anche Stalin, o più recentemente Putin, hanno fatto certamente anche cose buone…); da parte di chi ha partecipato a feste di compleanno con torte con i simboli del fascismo e delle SS in compagnia dei colleghi di partito, o derubricava a goliardata il saluto romano e l’esposizione della bandiera della Repubblica Sociale dei suoi supporter vicentini; e infine da parte di chi ce l’ha sempre avuta con l’islam al punto da intervenire persino per impedire l’intervento di un innocuo imam (premiato anche da organizzazioni cattoliche per il suo impegno nel dialogo, conosciuto anche ai vertici delle istituzioni regionali, e molto attivo a fin di bene nel Nordest) in una scuola, esulando ampiamente dalle sue competenze in materia. Tutte cose di cui l’assessore Donazzan è stata perdonata troppo spesso: e tanto più sorprendente all’interno di una giunta il cui presidente, Zaia, ha invece avuto sempre parole molto chiare e inequivocabili sul fascismo, sulla Shoah, sulla persecuzione degli ebrei, sulla memoria.
Forse sarebbe auspicabile, da parte di chi agisce come rappresentante di un’istituzione, e non di una parte politica, un profilo un po’ più basso e un po’ più istituzionale, appunto. Forse sarebbe utile vedere lo stesso impegno nei compiti che sono invece propri dell’istituzione che si presiede: magari nel migliorare l’edilizia scolastica e nel dotare le scuole di rilevatori di CO2 e di filtri Hepa per migliorare l’areazione delle aule e diminuirne la pericolosità nella trasmissione del virus, anziché suggerire di cosa si debba o non si debba parlare nelle suddette scuole, inoculando altri tipi di virus. E se proprio si vuole parlare di un argomento più complicato di certe semplificazioni, lo si faccia in altro modo. Invece di fare una equivoca o equivocabile classifica degli antisemitismi, o scivolare su una discutibile comparazione tra antiebraismo e discussione critica nei confronti delle politiche dello stato di Israele, si ricordi che esistono un antiebraismo di destra (con il significativo dettaglio che è stato al governo nel Ventennio, con esiti letteralmente mortali per gli ebrei), un antiebraismo di sinistra, uno islamico, uno cristiano (non a caso più di un papa dignitosamente di esso ha chiesto perdono, invece di accusare altri), e tanti altri. E che quindi tutti insieme siamo chiamati a riconoscerlo nei nostri rispettivi ambienti, a condannarlo esplicitamente e a superarlo, ognuno a casa sua, senza cadere in discutibili comparazioni sulle dimensioni delle pagliuzze e delle travi negli occhi di ciascuno. Questo sarebbe l’alto messaggio educativo che ci aspetteremmo dalle istituzioni, in occasione della giornata della memoria.
L’orrore dimenticato del nazismo e del fascismo. La Shoah e il testo sbagliato dell’assessore all’istruzione, in “Corriere della sera – Corriere del Veneto”, 29 gennaio 2022, editoriale, p.1