L’opposizione (e la leadership) che non c’è. La risposta di Alessandra Moretti
Ho scritto alcune centinaia di editoriali su, pro o contro qualcuno o qualcosa (quasi cinquecento, solo per il “Corriere del Veneto”). Possono piacere o meno, essere condivisi o meno, ma sono analisi e opinioni. Anche quando riguardano la politica. Spesso il tema più caldo: non per i lettori, ma per coloro di cui si parla.
Ho scritto parecchi editoriali critici – come è dovere della stampa fare – sul presidente della regione, su qualche iniziativa della giunta, su altri membri della medesima, su leggi regionali che non condividevo, sui partiti della maggioranza. I media sono o dovrebbero essere delle specie di guardiani della democrazia (quando non sono – e purtroppo spesso sono – dei meri megafoni del potere). Mai il presidente della regione ha risposto (l’ha fatto, un paio di volte, l’assessore Donazzan, un’altra che non gradisce le critiche). Così come ne ho scritti di apprezzamento, quando è stato il caso: come pure è giusto fare.
Ieri ho scritto un editoriale molto critico sull’inesistenza di una leadership dell’opposizione, e sull’opposizione stessa (lo trovate qui). Raramente ho ricevuto così tante reazioni positive, in privato (messaggi su whatsapp, mail, telefonate): anche, direi soprattutto, dall’interno del principale partito di opposizione, di cui mi occupavo nel testo, e in generale da persone che all’opposizione si ritrovano, ma ne vorrebbero una diversa. Ho ricevuto anche educate ulteriori informazioni, da parte di chi ha voluto correttamente puntualizzare, senza polemica, alcune mie osservazioni. E poi ho ricevuto la lettera che trovate di seguito, che il mio giornale ha correttamente pubblicato, e che – dopo averne parlato con il direttore – abbiamo lasciato concordemente senza risposta. E’ uno sfogo, e come tale va preso. Di cui è interessante il tono complessivo di vittimismo, di autogiustificazione, e anche di sindrome da lesa maestà: come se criticare non si potesse. Come ha sintetizzato un amico, influente opinion leader, dopo aver letto questa risposta, “Questo è il problema: invece di parlare con la gente, scrivono a chi scrive di loro… soprattutto non rispondono a quelli del loro stesso partito che dietro le quinte ne dicono peste e corna”. Forse è precisamente uno dei motivi per cui l’opposizione non riesce a farsi ascoltare.
Io apprezzo questa risposta: anzi, farei volentieri un dibattito pubblico sul tema, anche con la diretta interessata. Non mi turba per nulla: amo il dibattito, che è il sale della democrazia, e come ho detto ieri al mio direttore, considero sacrosanto il diritto di replica. Non è questo, dunque, il problema. Il problema è la distanza siderale dalla realtà che da questa risposta traspare. Il non voler prendere atto che se il consenso non si aggrega, se l’informazione su ciò che si fa non passa, forse la responsabilità è dell’emittente, non del ricevente, o dell’osservatore.
Nel merito. Il Partito Democratico può fare quello che vuole, magari anche molto di bellissimo, in consiglio regionale. Se, fuori, non se ne accorge quasi nessuno, se la pubblica opinione non ne è consapevole, qualche domanda sull’efficacia del lavoro fatto (o almeno sulla capacità di comunicarlo, che è comunque parte del fare politica) me la porrei.
Capisco il sacrificio di Moretti, che ha rinunciato al seggio europeo per quello regionale, comunque sicuro, in quanto candidata presidente dell’opposizione. Diciamo che il paracadute ai più non sembrerebbe così sacrificante, punitivo e svantaggioso.
Sui supposti omaggi di chi scrive al governatore, invito semplicemente a digitare il nome di Luca Zaia sul motore di ricerca del mio sito, e vedere cosa salta fuori. E anche sul mio supposto maschilismo, o antifemminismo, che rinvio alla mittente: sia per quanto scritto in tanti anni sulla condizione femminile, sia per le tante critiche a personaggi di sesso maschile che non mi sono mai risparmiato (anche in questo stesso editoriale, peraltro). Temo sia fuori rotta.
Non commento sulla “chiara visione di quello che dovrà essere il Veneto del futuro” che ha il PD (visione che naturalmente auspico): diciamo che credo che, se fosse così evidente, qualche elettore di più se ne sarebbe accorto.
Infine. Io non denigro la politica. Dopo aver criticato molto più frequentemente, come giusto, chi governa, ho espresso qualche critica anche a chi vorrebbe governare al suo posto. E la distinzione finale tra la “pancia degli elettori” e i “nostri elettori” temo mostri, più che altro, la distanza siderale tra alcuni eletti e i potenziali elettori: che, tutti, sono dotati sia di pancia che di testa.
“Caro direttore,
le scrivo dopo aver letto l’editoriale di Stefano Allievi pubblicato ieri sul vostro Giornale, un articolo a mio avviso caratterizzato da “debolezza strutturale”, per usare le parole dello stesso Allievi nei confronti del Partito democratico.
Il vostro giornalista infatti tende etichettare “evanescente” ogni esponente dell’opposizione a Zaia degli ultimi anni, senza verificare cosa si sia invece portato a termine. Mi sarei aspettata una verifica dei fatti più accurata.
Ho letto giudizi superficiali sul lavoro dell’opposizione in consiglio regionale, quando invece il Partito democratico, guidato da Vanessa Camani, incalza quotidianamente la Giunta di centro destra su temi come sanità, trasporto pubblico locale, emergenza abitativa e gli effetti devastanti del cambiamento climatico.
Anche fuori dal Consiglio regionale ci sono colleghi del Partito democratico, per nulla evanescenti, che portano avanti gli interessi del territorio e dei cittadini a livello nazionale ed europeo. Tra questi ci sono anche io, che non sono stata “mandata” in Europa, come scritto da Allievi, ma ho raccolto la fiducia di 83mila persone nelle ultime elezioni europee del 2024, che restano una delle sfide elettorali più difficili e competitive.
Ma aggiungo: quando nel 2015 mi è stato chiesto, dall’allora Presidente del Consiglio Renzi, di candidarmi in Veneto contro Luca Zaia, mi sono dimessa dal Parlamento europeo prima ancora di sapere i risultati della competizione che poi ha visto il PD attestarsi al 22.74% (senza il Movimento Cinque stelle che, con Berti, prese l’11,88%).
Sono rimasta in consiglio regionale per oltre per quattro anni, dove mi sono impegnata, tra le altre cose, contro la riforma della sanità voluta da Zaia, riforma che ha svuotato il servizio socio sanitario veneto. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
Viene un po’ tristezza a leggere certi editoriali perché siamo ancora lì, al trito luogo comune che sa tanto di omaggio al potente governatore la cui leadership volge al termine ma il cui regno va mantenuto a tutti i costi, anche infangando il lavoro prezioso, per una democrazia sana, che fa l’opposizione e condendo il pezzo di imbarazzanti fake news. Le donne poi sono il bersaglio preferito: non sono mai stata un’assenteista, prova ne è il mio rating di presenza nelle aule parlamentari e nelle commissioni, come facilmente riscontrabile.
L’opposizione, in Veneto e in Europa, non è evanescente, infatti ogni giorno ci battiamo per fatti concreti: il reddito di libertà per le donne vittima di violenza; l’impegno per la ricerca scientifica e la medicina di genere; la lotta al cancro; la difesa delle nostre aziende contro i dazi americani; la qualità dell’aria che respiriamo o l’acqua che beviamo; per le donne vittime di stupri di guerra; perché l’Europa guidi un processo di pace.
Per le prossime elezioni regionali, il partito democratico sta costruendo un’ampia coalizione che comprenderà anche forze civiche capaci di proporre ai veneti un programma alternativo agli ultimi trent’anni di centro destra. Il Pd ha una chiara visione di quello che dovrà essere il Veneto del futuro: capace di garantire un lavoro sicuro e dignitoso, di sostenere le imprese e di proteggere il territorio e la salute.
Denigrare la politica, non è mai una buona idea. Ben vengano le critiche costruttive e l’attento lavoro dei giornalisti che ne raccontano la cronaca, ma il facile populismo che parla solo alla pancia degli elettori e non ai nostri elettori non fa bene alla democrazia.
Alessandra Moretti”