Gli errori di Salvini sull'integrazione
Il ministro dell’Interno scrive oggi una lettera al Corriere della sera, pubblicata in prima pagina (https://www.corriere.it/politica/18_luglio_14/pilota-comandi-c-e-0e47959a-87a4-11e8-bfdc-8bbc13b64da8.shtml).
Inizia con questa frase:
“Sono al Viminale da un mese e mezzo e sono sbarcate 3.716 persone. Nello stesso periodo dell’anno scorso erano state 31.421.”
Peccato che sia un uso – diciamo così – disinvolto dei dati: che non sorprende vengano usati in questo modo dal Ministro, ma sorprende abbastanza che non vengano controllati da nessuno.
Non perché il dato non sia esatto: ma perché è largamente incompleto. I dati sugli arrivi nel 2018, infatti, sono enormemente inferiori a quelli del 2017 anche nei mesi precedenti: 17.168 dal 1 gennaio al 13 luglio 2018, contro 119.369 alla stessa data del 2017. Nel mese di maggio, per dire, i cui risultati non possono essere certamente addebitati alla gestione Salvini (il governo è entrato in carica l’1 giugno), gli arrivi sono stati 3.963 nel 2018 contro 22.993 nel 2017. Cosa manca, allora, nei dati di Salvini? Un ringraziamento al ministro dell’Interno precedente, Minniti: il calo degli sbarchi è opera sua.
Dopodiché sarebbe forse utile un’analisi dei morti in mare. Che fonti non ufficiali (il ministero dell’Interno i dati non li riporta) ci dicono siano aumentati nell’ultimo mese e mezzo, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Così si legge in un articolo di due giorni fa (http://www.vita.it/it/article/2018/07/12/salvini-dixit-meno-morti-in-mare-e-niente-fuga-dalla-guerra-il-fact-ch/147581/): “Secondo l’Unhcr, nel solo mese di giugno, una persona su sette ha perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo centrale, rispetto a una su 19 nella prima metà dell’anno e una su 38 nella prima metà del 2017.” E ancora: “Solo nelle ultime quattro settimane, sono oltre 600 le persone annegate o disperse, secondo l’OIM, «di questi almeno 410 sono morti in acque internazionali tra Malta, Italia e Libia».” Un altro modo di usare i dati.
Una piccola nota anche su un altro dato annunciato da Salvini: il calo da 35 a 25 euro al giorno di spesa per richiedente asilo “senza ridurre i servizi”. L’errore è gigantesco. Gli altri paesi europei non spendono meno di noi: spendono di più, in alcuni casi parecchio di più, includendo i servizi offerti (alloggio, formazione professionale, ecc.). Ma spendono meglio: producendo integrazione, non solo accoglienza (nel senso di vitto e alloggio): in questo senso noi non spendiamo affatto troppo – ma spendiamo male e inutilmente. E questo, va detto, da sempre. Giusto quindi l’invito a spendere meglio e controllare molto di più e molto più severamente da parte di Salvini: lo si sarebbe dovuto fare anche prima, ed è colpevole che non sia stato fatto. Sbagliato farlo spendendo ancora meno, perché si farà ancora meno integrazione. L’opposto di quello che serve al nostro paese.