Lo so, non è un sondaggio. Non ha valore scientifico. Però…
In edicola, poi al lavoro, poi al bar: e senti i commenti, i toni, e osservi le espressioni, le facce. Di fronte a questi nomi: Prodi, D’Alema, Marini… E senti commenti irriferibili, che in fondo condividi. E vedi facce indescrivibili, che in fondo sono anche le tue. E capisci che no: che anche se c’è differenza, sono tutte facce e nomi della prima repubblica, neanche della seconda. Che ci vuole qualcos’altro, se si vuole recuperare consenso. Uno scatto d’orgoglio, un minimo di originalità: che so, una donna, una persona non troppo anziana, una che nella politica non abbia pascolato troppo, che non ci sia nutrito troppo a lungo (perchè danno, è vero, ma prendono anche…). Nomi non troppo politicisti, troppo compromessi con il passato: nuovi alla politica, anche se magari non per età. Nuovi di freschezza: non abituati ai vecchi rituali. Per una carica, quella di Presidente della Repubblica, che deve essere di garanzia, ma come si è visto nella seconda metà di questo settennato anche di impulso, di supplenza istituzionale, e, non dimentichiamolo, di rappresentanza: in cui i cittadini si possano riconoscere, con orgoglio. Tutti i cittadini. E i cittadini, in quei nomi e in quelle facce lì, non ci si vogliono proprio riconoscere, non più. E non sembra tanto difficile da capire: basterebbe andare in edicola, al bar, al lavoro. Un lavoro che non sia la politica…