Renzi vs Fassina: evitare l'ipocrisia
Renzi fa una battuta forse di troppo. Fassina, compiendo un gesto forse di troppo, se ne va, dicendo che è un fatto politico, non personale. Salvo lamentarsi dell’offesa personale.
Renzi, forse, qualche battuta potrebbe risparmiarsela. Fassina, forse, qualche intervento politico, che esula dal suo ruolo, pure.
Di fatto, il rimpasto, che Renzi non voleva, si finirà per farlo, per scelta di Fassina, che lo voleva. Detto questo, la cosa non è un dramma, e aiuta a fare chiarezza. Probabilmente è un bene che a interpretare la linea del PD nel governo, in una materia cruciale come l’economia, non sia più chi non la condivide, non fa niente per nasconderlo, e anzi si sente a disagio nel ruolo dell’esecutore di disegni altrui e gli fa opposizione (“Il piano Renzi? Inutile e dannoso”, titolava Avvenire la sua intervista con Fassina pochi giorni fa, il 20 dicembre: non proprio un esempio di collaborazione leale…).
Molti, in queste ore, hanno suggerito a Renzi di usare un linguaggio più diplomatico, ora che è segretario. Ci sta. Speriamo che non si cominci a fare del vittimismo su Fassina, tuttavia. Il linguaggio da lui usato e le accuse da lui lanciate in questi mesi nei confronti di Renzi, dai tempi delle primarie con Bersani ad oggi, non gli farebbero giustizia…
Ora che si è dimesso, svolga il suo onesto ruolo di oppositore interno a Renzi. Come ha sempre fatto, con coerente e astioso puntiglio. Prima e dopo che Renzi diventasse segretario.
Questi, andando indietro nel tempo, sono solo alcuni dei giudizi fassiniani dei mesi scorsi (by Tommaso Ederoclite):
22 dicembre 2013 – Fassina: “Art 18 da cancellare? Renzi, ha un’ossessione deprimente”.
24 novembre 2013 – Fassina: “Renzi sta minando il governo”.
23 novembre 2013 – Fassina: “Renzi a chiacchiere tutti bravi”.
28 ottobre 2013 – Fassina: “Renzi è ambiguo, le sue proposte sono propaganda”.
27 ottobre 2013 – Fassina: “Renzi, rilevanza pari a zero”
4 luglio 2013 – Fassina: “Renzi? Fa solo marketing”
15 aprile 2013 – Fassina: “L’attacco di Renzi è miserabile”.
Andando un po’ più indietro, si trova pure l’accusa a Renzi di aver copiato il programma del PD sugli asili nido, e quella di rappresentare il 2% del PD…
Non c’è niente di male, in tutto questo. Fassina ha fatto una battaglia politica contro Renzi: la prima volta ha vinto, la seconda ha perso. In entrambi i casi era rimasto al governo: quando si parla di lealtà e correttezza, lo si dovrebbe ricordare.
E’ stato lui, però, a non voler rispettare il patto collettivo: quello per cui si fa un libero e democratico congresso, ed è chi vince a dettare la linea, non chi perde. Fassina voleva dettare la linea, pur avendo perso. Gli stava stretto accettare la linea di qualcun altro, e non voleva farlo. E così se ne è andato, perché chi ha vinto non accettava le sue condizioni. Il resto è nulla.