Barca: un siluro…

Il ministro Barca è persona interessante e di spessore. Il fatto che fosse già candidato segretario, ancora prima che si iscrivesse al partito, è meno problema suo che di chi lo è andato a cercare (non avendo risorse interne all’altezza, evidentemente).

A me, modestamente, la sua candidatura (o il suo contributo, che dir si voglia) – più che per come si è manifestata, per come la vedo accogliere da un pezzo significativo del PD di più lungo corso – pare sia utilizzata come un siluro: e non a Renzi, ma a Civati. Ovvero a due prospettive diverse per risolvere i problemi del partito.

C’è chi vuole cambiare segretario per non cambiare il partito (o per cambiarlo tornando al partito degli iscritti: poco importa che siano in drammatico calo, e la cosa sia antistorica…): che mi pare la ‘prospettiva Barca’. E chi vuole cambiare il partito, e da tempo opera in questa direzione, e per questo punta anche alla segreteria, ma con in testa un modello diverso di organizzazione e di pratica politica: che mi pare la ‘prospettiva Civati’.

Vanno in direzioni diverse. Anche se sono tutt’e due risorse importanti e interessanti. Non a caso c’è questo nuovo fervore, intorno a Barca. Come se ci fosse finalmente un nuovo leader – presentabile, colto, non d’apparato – per una prospettiva che assomiglia più a una restaurazione che a una rivoluzione. C’è solo da sperare che lui sia più intelligente dell’operazione che gli si sta costruendo intorno. Come probabile.