Scuola aperta, società plurale

Ho organizzato numerosi corsi di formazione, e partecipato a centinaia di iniziative formative organizzate da altri soggetti. Su temi che riguardano soprattutto le varie facce delle migrazioni e della mobilità umana, il pluralismo religioso, le varie declinazioni della presenza islamica in Europa. Ma anche su altri soggetti: dall’evoluzione sociale e politica delle nostre società alla formazione delle identità individuali e collettive, dalle trasformazioni del paesaggio religioso agli atteggiamenti di fronte alla morte, dai conflitti culturali al mondo transgender, dalle forme di violenza al dialogo interreligioso, dalle complessità del mondo giovanile a quello degli anziani.

Quando ne ho l’occasione, cerco di costruire progetti più complessi, che partendo da un problema e da un’utenza specifica, mirino al coinvolgimento del contesto sociale e urbano. Come nel caso del progetto “Scuola aperta, società plurale”, commissionatomi da una Fondazione bancaria, che ho articolato in varie fasi: formazione degli insegnanti, con alcuni dei migliori esperti nel settore immigrazione, seconde generazioni e intercultura; progetti di ricerca-azione guidati con insegnanti e studenti di 8 istituti superiori; presentazione pubblica dei risultati dei lavori delle scuole, concorso e lezione-concerto finale. Allo scopo, attraverso il coinvolgimento dei docenti, tramite loro degli studenti e delle scuole, tramite essi delle realtà plurali della città e della sua storia, di coinvolgere l’intera cittadinanza e le istituzioni in un esercizio di approfondimento della propria storia culturale, delle popolazioni che la attraversano e delle conseguenze di questi processi sul presente e sul futuro dell’area urbana in questione.