Tentata strage sul bus: le parole per dirlo, le domande da farsi

Ieri sono intervenuto a caldo: con quanto segue, pubblicato nel mio blog sul Corriere del Veneto.

E’ terrorismo, perché voleva seminare il terrore.
E’ razzismo, perché uno con la pelle di un colore voleva fare fuori dei ragazzini con la pelle di un altro colore. Continua a leggere

Da regolare a clandestino. Per niente.

Soumaila è un richiedente asilo. Era passato per il progetto “Cultura e accoglienza” dell’Università di Padova, per imparare l’italiano. Aveva trovato un lavoro regolare, e – con fatica, e qualche aiuto, perché si affitta malvolentieri agli stranieri – una casa. Adesso è un clandestino. Due anni di accoglienza, di impegno (suo e di altri), di soldi, buttati via. E, come lui, tanti altri. L’Italia non ci guadagna niente: un lavoratore regolare, che si integra e paga le tasse, in meno, e un irregolare in più. Lui, ha perso tutto.
La domanda è inevitabile: che senso ha tutto questo?
Di seguito, la storia, raccontata da una ragazza italiana, Linda Zinesi, che l’ha conosciuto. Continua a leggere

A proposito del manifesto di Calenda (e del PD)

Sto osservando uno strano dibattito, in queste ore.
Alcuni dicono: ma no, il listone non va bene, diventa un fronte che fa involontaria propaganda ai sovranisti. E poi alle europee c’è il proporzionale, meglio moltiplicare l’offerta…
Modesta opinione di un firmatario della prima ora (che poi, ne sono passate solo 48, e già ci sono più di 60.000 adesioni, e forse qualcosa vuol dire, e ascolterei il messaggio…). Continua a leggere

SPAESATI. Del migrare e di migranti.

Il 5 gennaio 2019 Radio Popolare ha trasmesso lo spettacolo (lezione-concerto, l’abbiamo chiamato) “SPAESATI. DEL MIGRARE E DI MIGRANTI”, che Erica Boschiero, Sergio Marchesini ed io abbiamo registrato dal vivo il 13 dicembre 2018, a Milano, nell’auditorium della radio.
Dal vivo rende meglio, naturalmente. Qui, comunque, trovate il podcast (le indicazioni sul link sono ingannevoli: la seconda parte è la prima, e la terza la seconda).
https://www.radiopopolare.it/podcast/gli-speciali-di-radio-popolare-di-sab-0501-seconda-parte/
https://www.radiopopolare.it/podcast/gli-speciali-di-radio-popolare-di-sab-0501-terza-parte/
Lo spettacolo, multimediale (nell’audio, naturalmente, mancano le slide e i filmati), è pronto per girare: teatri, festival e quant’altro.
L’abbiamo inventato per questo…

Manifesto per una nuova opposizione

MANIFESTO PER UNA NUOVA OPPOSIZIONE
Una proposta
Il consenso per il governo

Il governo costituito dalla alleanza tra Lega e Movimento 5 Stelle sembra godere, per ora, di un ampio consenso popolare: lo attestano i sondaggi, e l’aria che si respira nel Paese. Continua a leggere

Tutto per niente…

Un popolo ha il diritto di pagare caro un sogno: una rivoluzione, l’instaurazione di una nuova religione, una grande conquista territoriale, il crollo di un ordine costituito, il tentativo di fondarne un altro, magari anche un’utopia tecnologica…
Sono i momenti grandiosi e terribili della storia. E’ successo mille volte. E succederà ancora.
Non è il caso dell’Italia. Qui rischiamo di pagare caro un mediocrissimo, miserabile sogno di potere di alcuni, senza alcuna intrinseca grandiosità, che diventerà l’incubo dei più: anch’esso, senza alcuna grandiosità. Non avremo nemmeno la soddisfazione di avere vissuto un momento magico, magari anche tragico, ma unico.
No, sarà stato tutto per niente. Neanche la soddisfazione di poter dire un giorno: “io c’ero…”

Se la politica estera rischia di cambiarci più di quella interna

Da paese fondatore dell’Unione Europea e atlantista ad oltranza, a paese anti-europeista e filoslavo. La Russia come patrono e protettore al posto degli Stati Uniti, e insieme contro l’Europa, che è percepita come nemico di entrambi, e che entrambi – in questo alleati – vogliono indebolire: con l’Italia, debole, che si presta a un gioco altrui.
Un cambio di alleanze a tutto campo, che rovescia una storia di settant’anni, senza uno straccio di discussione pubblica sul tema. La politica estera rischia di cambiarci e di costarci ancora più di quella interna. E non solo per lo scontro continuo con l’Unione Europea.
Gli italiani non hanno passione per le questioni internazionali: lo dimostra l’attenzione dedicata ad esse sulle pagine dei nostri giornali. In quantità e qualità. Ma l’ultimo viaggio in Russia di un presidente del consiglio che pare del tutto inconsapevole delle sue implicazioni (mentre non lo è il suo vice Salvini – sempre che i ruoli non siano invertiti – che ci è stato più spesso…) rischia di significare molto più di quello che sembra. E metterci in ginocchio (letteralmente: ai piedi di uno spiacevole sovrano e dei suoi fondi sovrani) assai più di altre scelte di questi giorni.
Ne hanno contezza le classi dirigenti di questo paese, e in particolare a quelle economiche? Perché, è vero: le sanzioni alla Russia costano molto ad alcuni settori economici del nostro paese, e in particolare all’agricoltura. E forse sono inutili e magari controproducenti: ed è quindi perfettamente legittimo volerle mettere in discussione – con l’Europa che le ha promulgate, però, non contro di essa.
Ma, già nel medio periodo, siamo sicuri che Mosca valga bene una messa di questo tipo? Che ci possa sostenere nello scontro con l’Europa, e al posto suo? E lo stesso varebbe per la Cina, peraltro. Sono grandi potenze: il loro interesse per l’Italia è tattico, non strategico. Mentre la nostra alleanza europeista e atlantica (nonostante Trump, vanno insieme) è strategica, non tattica. E valoriale, non solo economica. Chi la sta rimettendo in questione lo sa benissimo. O, almeno, chi lo sta facendo consapevolmente (la Lega). Mentre altri lo stanno facendo insipientemente (il M5S: che forse proprio non capisce la posta in gioco) o forse inconsapevolmente (il presidente del consiglio). Il che, forse, è peggio.

Segni dei tempi. Genova, la fine del PD, il futuro della politica

Ho visto e rivisto le immagini dei funerali di Genova: quelle relative all’arrivo della delegazione governativa, e di quella del PD (se si vuole, del governo precedente).
Non riesco a impedirmi qualche riflessione. Non di schieramento: non mi interessa. Di sostanza. E di raggio più vasto. Prendendo quanto successo a Genova come un simbolo: una rappresentazione potente di quanto sta succedendo anche altrove. Continua a leggere

Il ritorno del nazionalismo, e la sua forza

Le reazioni tonitruanti all’ipocrisia e alle parole di Macron e della Francia sui migranti (che condivido, eh, ci mancherebbe…), così come al doppio registro di Sanchez e della Spagna (“non possono darci lezioni!” – ed è vero), la loro trasversalità e coralità, il fatto che Francia e Spagna ridiventino termini ‘sostanzialisti’, come se fossero cose e fossero rappresentate da (o più fortemente ancora, identificate con) i loro leader politici (come se noi fossimo identificati – una cosa sola – con Conte, o più probabilmente con Salvini…), ci fanno vedere con chiarezza la forza del linguaggio nazionalista, e la nostra debolezza di fronte ad esso. Continua a leggere